Uccide l’amica 19enne per rubarle i soldi: “L’ho impiccata. Ho impostato un timer”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2019 - 06:33 OLTRE 6 MESI FA
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Uccide l’amica 19enne per rubarle i soldi: “L’ho impiccata. Ho impostato un timer”

NEW YORK – “L’ho impiccata e lasciata lì penzolante”: è la sconvolgente confessione di Liam McAtasney che in un video racconta ad un amico di aver ucciso l’amica di infanzia 19enne Sarah Stern per mettere le mani sul suo denaro. 

Nel video, si vede Liam McAtasney a bordo dell’auto dell’amico Anthony Curry, compagno di liceo dell’omicida e della vittima, e descrive senza mostrare alcuna emozione come ha ucciso la ragazza ma è ignaro che la polizia ha nascosto una telecamera all’interno del veicolo, come ha riferito NJ.com

La conversazione è stata girata il 31 gennaio 2017, pochi giorni prima che McAtasney e il complice, Preston Taylor, venissero arrestati e accusati dell’omicidio della Stern.

“L’ho praticamente impiccata”, dice McAtasney all’amico. “L’ho presa in braccio e l’ho fatta penzolare da terra. Ci è voluta mezz’ora per ucciderla. Ho impostato un timer”.

Nel filmato ripreso da Asbury Park Press, il ragazzo ammette che il cane della Stern “ha rappresentato il problema più grande. E’ rimasto lì e guardava mentre la uccidevo. Non ha fatto nulla”. 

Mentre McAtasney continua a raccontare i dettagli dell’omicidio, si sente Curry cantare “Bad Reputation” di Joan Jett e “Rock’N Me” della Steve Miller Band.

In tribunale, Curry ha spiegato che cantava “per non pensarci. E’ quel che faccio sempre” e ha testimoniato che McAtasney la prima volta gli aveva parlato del piano di strangolare nel giorno del Ringraziamento del 2016.

All’epoca non aveva pensato molto alla conversazione, ma si era preoccupato quando, il 31 dicembre 2016, seppe che la Stern era stata dichiarata scomparsa.

“Mi ha detto che si sarebbe visto con Sarah, lei aveva trovato dei soldi e li avrebbero contati insieme”, ha riferito Curry in tribunale. “Voleva strangolarla, gettare il corpo da un ponte mentre Preston aspettava in auto. Avrebbero sotterrato i soldi, lasciato le chiavi inserite nel cruscotto così da simulare un suicidio”. 

Secondo Curry, l’omicida quando ha scoperto che la somma era di 10.000 dollari e non 100.000 come credeva, aveva espresso disappunto. Nel video, McAtasney dice:”La cosa peggiore è che pensavo di intascare dai 50.000 ai 100.000 dollari e invece lei ne aveva solo 10.000. Non so se le fottute banconote siano state bruciate o altro ma sono rovinate e non so nemmeno se riuscirò a depositarne un po’ nella fottuta banca”.   

Poi aggiunge:”Non ho preso molti soldi, ma ne ho abbastanza per vivere comodamente a casa mia e organizzare feste”.

I dipendenti della Kearny Bank hanno testimoniato che i soldi di Stern sembravano essere stati stampati negli anni ’80 e non erano più in circolazione.

Sia Stern che McAtasney erano stati nella seconda casa della vittima, ad Avon-by-the-Sea, e avevano trovato una scatola di scarpe piena di denaro, che apparteneva alla madre defunta della vittima.

Dopo la scomparsa di Stern, Curry ha affermato che con  McAtasney scambiavano dei messaggi su Snapchat poiché è possibile eliminare quelli inviati ma Curry li aveva filmati.

I messaggi hanno consentito ai procuratori della contea di Monmouth di ottenere un mandato per una registrazione consensuale. Curry ha attirato il sospetto nella sua auto dicendo che aveva bisogno di soldi per una nuova macchina fotografica.

Nel video, McAtasney dice a Curry di aver avuto bisogno dell’aiuto di Taylor per liberarsi del pesante cadavere della Stern dal ponte Route 35. Taylor ha ammesso il suo ruolo nell’omicidio e ha testimoniato contro McAtasney.

Sempre nel filmato McAtasney dice a Curry che se Taylor l’avesse denunciato lo avrebbe ucciso e che oltre al complice, Curry era l’unica persona a conoscenza dell’omicidio. 

“Non mi sento diverso, non ci penso”, ha dichiarato McAtasney. 

“È un fottuto film, amico,” ribatte Curry.

“È la tua vita. Potresti renderla unica. Hai intenzione di vivere una vita monotona e tranquilla?”, il commento conclusivo di McMcAtasney.