Ucraina, rastrellamenti dai russi a Mariupol. Italia chiude i porti alle navi russe, ma non alle petroliere

Si moltiplicano le notizie sulle stragi di civili in Ucraina: mentre le ultime notizie parlano di rastrellamenti da parte dei russi a Mariupol, prosegue l’offensiva russa che ha preso di mira numerose città in tutto il Paese, compresa la capitale Kiev, dopo l’affondamento dell’incrociatore Moskva. Intanto l’Italia chiude i porti alle navi russe, ma non a tutte.

I russi, secondo le autorità locali ucraine, starebbero “raccogliendo tutti gli uomini di Mariupol e li trasferiscono a Bezimenne, un villaggio del Donetsk sotto il loro controllo”.

Una volta trasferiti “gli vengono sequestrati i documenti in attesa di nuovo ordine”. “Stanno compiendo una intensa pulizia degli uomini, abbiamo le prime conferme”, ha scritto su Telegram un consigliere del sindaco della città, Petro Andryushchenko.

Zelensky: “Se cade Mariupol fine dei negoziati”

La distruzione delle forze ucraine che difendono la città di Mariupol “metterà fine ai negoziati con la Russia”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky, citato dal Kyiv Independent.

“La distruzione del nostro esercito, dei nostri ragazzi, porrà fine a tutti i negoziati”, ha ribadito. In precedenza Zelensky aveva affermato che erano in corso trattative sulla sorte di Mariupol, ma che i russi chiedono la resa. Il presidente ha detto che l’Ucraina non si fida ad accettare la richiesta russa, temendo un massacro dei propri soldati se dovessero consegnare le armi. 

Italia chiude i porti alle navi russe, ma non alle petroliere

Intanto la guerra Ucraina-Russia passa anche per il nostro mare. Vietato da domani l’accesso ai porti nazionali alle navi di bandiera russa e a quelle che abbiano cambiato la propria bandiera da russa a qualsiasi altra nazionalità dopo il 24 febbraio scorso.

Lo stabilisce una circolare del Comando generale delle Capitanerie di porto, che recepisce il regolamento Ue dell’8 aprile scorso ”concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina”.

Il divieto, si legge nella circolare del comando generale della Guardia Costiera, non sarà applicato nei casi di navi che abbiano bisogno di uno scalo di emergenza in porto per motivi di sicurezza marittima e di persone in pericolo in mare.

Ma non è l’unica eccezione: le autorità possono autorizzare una nave ad accedere a un porto se necessario per “l’acquisto, l’importazione o il trasporto nell’Unione di gas naturale e petrolio, compresi i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, titanio, alluminio, rame, nichel, palladio, minerali di ferro, nonché taluni prodotti chimici e ferrosi elencati”.

E anche “l’acquisto, l’importazione o il trasporto di prodotti farmaceutici, medici, agricoli e alimentari, compreso il frumento e i fertilizzanti la cui importazione, il cui acquisto e il cui trasporto sono consentiti ai sensi della presente decisione”, e ancora “scopi umanitari”, “il trasporto di combustibile nucleare e altri beni strettamente necessari al funzionamento delle capacità nucleari civili” oppure “l’acquisto, l’importazione o il trasporto nell’Unione di carbone e altri combustibili fossili solidi”.

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