Uragano Harvey declassato a tempesta tropicale ma…fa due morti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Agosto 2017 - 08:13 OLTRE 6 MESI FA
Uragano Harvey declassato a tempesta tropicale ma...fa due morti

Uragano Harvey declassato a tempesta tropicale ma…fa due morti (foto Ansa)

HOUSTON – L’uragano Harvey è meno devastante del previsto (è stato declassato a tempesta tropicale) ma intanto ha già fatto due morti in Texas: i responsabili dei servizi di emergenza di Houston hanno confermato che è una donna la seconda vittima. Gary Norman, portavoce della struttura, ha detto che la donna sembra abbia tentato di uscire dalla sua automobile sommersa dall’acqua alta provocata dall’inondazione, sebbene le autorità non abbiano confermato la causa della morte. E’ stata trovata dai vicini di casa a circa una trentina di metri dalla sua automobile. Norman ha aggiunto che la morte è stata accertata da un medico che si trovava nella zona.

La prima vittima è invece morta nell’incendio di una casa mentre l’uragano passava a Rockport, come ha riferito il sindaco della città, Charles J. Wax, in una conferenza stampa. La vittima è stata trovata dopo il passaggio dell’uragano.

Piombato violentemente sulla costa texana come uragano di categoria 4 (su 5), Harvey ha perso potenza ed è stato declassato a categoria 1. Nelle prossime ore dovrebbe indebolirsi ulteriormente diventando una tempesta tropicale. Oltre ai morti, ci sono solo alcune decine di feriti, oltre a vari danni ancora da quantificare, anche se le prime stime parlano di almeno 20 miliardi di dollari: auto, imbarcazioni, case, edifici pubblici danneggiati o distrutti, alberi caduti, tralicci abbattuti, circa 300 mila persone rimaste senza elettricità, di cui 62 mila a Houston, raffinerie petrolifere chiuse (quelle texane garantiscono un terzo delle capacità di raffinazione degli Usa).

Ma se l’uragano si smorza, restano i pericoli legati al muro d’acqua sollevato dall’innalzamento del mare e soprattutto alle piogge torrenziali che si rovesceranno per alcuni giorni, da da 38 a 88 cm, con allagamenti “catastrofici” e l’isolamento di molte zone. Donald Trump ha giocato d’anticipo dichiarando lo stato di calamità naturale prima che Harvey si abbattesse al largo di Corpus Christi, in modo da sbloccare subito i fondi per l’emergenza. Per adesso può tirare un sospiro di sollievo nel primo test della sua amministrazione nella gestione di un disastro, evitando così la figuraccia di George W. Bush con Katrina.

“Sto monitorando da vicino l’uragano Harvey da Camp David. Non stiamo lasciando nulla al caso. Città, Stati e governo federale stanno lavorando bene insieme!”, ha twittato il tycoon, sottolineando che finora la situazione va “molto bene”. All’inizio della prossima settimana è atteso in Texas. Harvey ha toccato terra nella tarda serata statunitense, frustando una vasta area costiera con venti di 215 km/h e piogge devastanti. L’occhio dell’uragano, il più potente degli ultimi 10 anni, è approdato a circa 48 km a nord-est di Corpus Christi, tra Port Aransas e Rockport, dove gli abitati ora sembrano città fantasma, con scene di devastazione rilanciate continuamente dalle tv. Poi Harvey ha rallentato la sua corsa a 4 km/h e i venti si sono indeboliti.

Retrocesso a categoria 1, in mattinata soffiava a 120 km/h. La grande paura ora è l’acqua: alcune contee sono già state sommerse da oltre 25 cm di pioggia in 24 ore. E l’uragano stazionerà ancora per qualche giorno, forse sino a metà della prossima settimana, secondo l’agenzia meteo federale, rischiando di rendere numerose zone “inabitabili per mesi”. L’acqua è sempre stato un pericolo maggiore del vento, come testimonia storicamente il numero delle vittime degli uragani. Molti sono fuggiti all’interno, in particolare a San Antonio, a 200 km dalla costa. O a Houston, che con i suoi 5,6 milioni di residenti è la più grande città del Texas e la quarta degli Usa. Anche qui però nelle prossime ore c’è il rischio di forti allagamenti: circa 4500 detenuti della prigione di Rosharon, a sud della città, sono già stati evacuati in seguito al rischio di inondazioni di un fiume vicino.