Israel Keys, suicida in carcere, serial killer responsabile di almeno 11 omicidi

Pubblicato il 14 Agosto 2013 - 12:24 OLTRE 6 MESI FA
Israel Keys

Israel Keys

ANCHORAGE, STATI UNITI – Sarebbe un serial killer, responsabile di 11 omicidi, Israel Keyes, l’uomo morto suicida in carcere lo scorso dicembre, nove mesi dopo il suo arresto per l’omicidio di una barista ad Anchorage, Alaska. I federali sono riusciti infatti a collegare a lui anche altri dieci omicidi e ora stanno esaminando possibili legami con omicidi avvenuti all’estero. Lo riferisce la Cnn.

Secondo fonti di polizia, Keyes avrebbe ammesso, prima della sua morte, di essere responsabile di almeno altri sette omicidi, dal Vermont allo stato di Washington. La polizia sta investigando sui viaggi fatti da Keyes in Canada, Messico e Belize tra il 2001 e il 2008. “Keyes ha viaggiato all’estero, ma non si sa se ha commesso omicidi, mentre era fuori degli Stati Uniti”, spiega l’FBI in una nota. Keyes viveva nello stato di New York, ma da un certo punto in poi sono stati “segnalati diversi viaggi a Montreal, in cui l’uomo avrebbe cercato prostitute”.

Keyes, dal Canada ha poi raggiunto l’Alaska, dove ha vissuto prima di essere arrestato. La polizia descrive Keyes come una sorta di omicidio-dipendente che cacciava vittime in luoghi remoti, come parchi, campeggi e sentieri escursionistici. Era un veterano dell’esercito, e aveva studiato i comportamenti degli altri serial-killer, ma era sempre stato attento a non paragonarsi a loro. “Era meticoloso e organizzato nei suoi crimini,” aveva armi, contanti e oggetti utili per lo smaltimento dei cadaveri in diverse località. Il tutto pronto per crimini futuri.

Le autorità hanno trovato due di questi nascondigli – uno a Eagle River, Alaska, fuori Anchorage, e uno vicino a una riserva sulle montagne di Adirondack di New York. Secondo quanto afferma l’Fbi, inoltre, il serial killer ha anche ammesso di aver rapinato banche per finanziare i suoi viaggi, e gli investigatori hanno confermato il suo ruolo in due rapine. Keyes si è ucciso tagliandosi uno dei polsi e strangolandosi con un lenzuolo, ha detto la polizia. Il serial killer ha lasciato una lettera di quattro pagine in cui non ha espresso rimorsi, nè lasciato indizi di altri omicidi.