Un ciclone tropicale potentissimo, chiamato Freddy, generatosi nell’emisfero australe colpisce per la seconda volta in un mese l’Africa meridionale causando la morte di decine di persone e molti feriti in Malawi e in Mozambico.
Secondo quanto affermato dall’Organizzazione meteorologica mondiale, Freddy è uno dei cicloni più forti mai registrati nell’emisfero australe e potrebbe essere il ciclone tropicale di più lunga durata. Freddy si è abbattuto sul Mozambico centrale l’11 marzo. Ha scoperchiato edifici, provocato allagamenti intorno al porto di Quelimane ed interrotto i collegamenti elettrici e telefonici.
Secondo le autorità locali, il Paese ha registrato nelle ultime quattro settimane precipitazioni pari a quelle di un anno e si fa sempre più forte la preoccupazione che i fiumi possano rompere gli argini e causare ulteriori inondazioni su vasta scala. Ma Freddy non si ferma e, tra piogge torrenziali e frane, si dirige verso il Malawi. Danni e vittime si sono registrati anche in Madagascar. Molti sono rimasti feriti o uccisi a causa della caduta di alberi, frane ed inondazioni improvvise che hanno colpito i Paesi.
Ciclone Freddy, il bilancio delle vittime
Il bilancio delle vittime è alto. Di qualche giorno fa la stima dell’ONU che conta oltre 200 mila persone sfollate e più di 360 i morti in Malawi. Secondo una nota del Programma Alimentare Mondiale sono stati aperti 300 rifugi di emergenza ma la distruzione che Freddy si è lasciato dietro sta rendendo difficili gli interventi delle squadre umanitarie. Situazione grave si riscontra anche in Mozambico dove, al 18 marzo, si contavano 86 vittime e in Madagascar, 17. Il presidente del Malawi, Lazarus McCarthy Chakwera, ha dichiarato lo stato di calamità lunedì 13 marzo in diversi distretti meridionali, tra cui Blantyre, mentre la polizia ha confermato come le squadre di soccorso siano al lavoro per cercare di aiutare le persone in difficoltà a Chilobwe e Ndirande, due delle cittadine più colpite. Cresce, inoltre, la preoccupazione in Malawi a causa della più letale epidemia di colera mai assistita nella storia del Paese.
Le Agenzie delle Nazioni Unite hanno avvertito che la situazione potrebbe drasticamente peggiorare a causa della furia di Freddy. È parere degli scienziati che il cambiamento climatico in atto stia rendendo più forti le tempeste tropicali in quanto i gas serra intrappolano il calore nell’atmosfera e gli oceani diventano più caldi: quando l’acqua calda del mare evapora, l’energia termica viene trasferita all’atmosfera e questo genera tempeste più potenti.