BORSE A PICCO, EUROPA BRUCIA 400 MLD, MILANO -6%, WALL STREET -1,48%

Pubblicato il 10 Ottobre 2008 - 23:29 OLTRE 6 MESI FA

Ennesima giornata orribile per le Borse mondiali che chiudono a picco in quella verrà ricordata come la settimana nera. Da lunedì a ieri a Milano il Mibtel ha perso il 21,2% mentre l’S&P/Mib ha ceduto il 21,6% arrivando a 20.309 punti. Il tonfo del ieri, con il Mibtel in calo del 6,54% a 15.438 punti e lo S&P/Mib del 7,14% a 20.309 punti, malgrado la Consob abbia allargato a tutti i titoli il divieto di effettuare vendite allo scoperto inizialmente riservato alle sole bancheha significato per il mercato italiano la più ampia perdita settimanale degli ultimi 30 anni.

La classifica delle perdite vede in testa Parigi (-22,1%), seguita da Francoforte (-21,6%) e Londra (-21%). Il passivo viene valutato in circa 400 milioni di euro. A fine giornata arriva la chiusura di Wall Street a dare qualche speranza. Dopo una seduta che ha visto gli indici passare dal profondo rosso fino ad un +3%, il Dow Jones chiude in calo dell’1,48% mentre il Nasdaq sale dello 0,27%. Ancora una volta, è stata l’Asia, di buon mattino, a far capire subito che sarabbe stata un’altra seduta da dimenticare anche in Europa dopo il tracollo di Wall Street della vigilia. Tokio ha subito un nuovo tracollo lasciando sul terreno il 9%.

L’Hang Seng, indice principale della Borsa di Hong Kong, è finito al livello più basso degli ultimi tre anni (-7,2%) con perdita settimanale del -17% e una performance da inizio anno da brivido: -46%. Ancora, il bollettino delle perdite passa dal -3,57% di Shanghai al -4,13% di Seul fino al -8,4% della Borsa di Bombay. Mosca, dopo il balzo di giovedì, non ha neppure aperto. I titoli più colpiti sono ancora una volta quelli bancari. In tutto il continente: da Rbs (-25,31%) a Hbos (-19%) fino a Credit Suisse (-16,19%) e Deutsche Bank (-16,08%), passando per Barclays (-14,7%), seguita da Societe Generale (-13,04%) e Bbva (-12,78%). Le italiane non fanno eccezione. Unicredit perde un ulteriore 13%, chiudendo a 2,32 euro, con tanto di congelamento finale.

È andata meglio a Intesa Sanpaolo (-4,92% a 2,9 euro), nonostante un momento di panico verso fine mattinata, quando il titolo è sceso anche del 9%. In calo anche Mediobanca (-1,99% a 8,51 euro). Unicredit ha convocato a Roma per il 12, 13 e 14 novembre, rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione, l’assemblea che dovrà approvare l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro, annunciato domenica nell’ambito di un complessivo rafforzamento patrimoniale per 6,6 miliardi di euro. La Fondazione BdS, azionista con lo 0,6% della banca, ha deliberato la propria partecipazione all’aumento di capitale decidendo poi la sottoscrizione fino a 18 milioni di euro del bond convertibile che sarà emesso a copertura dell’inoptato. Mentre il via libera all’operazione è giunto all’unanimità anche dal consiglio di indirizzo della Crt.

Per piazza Cordusio sul mercato continuano a circolare le voci, sempre puntalmente smentite, di dimissioni per l’ad Alessandro Profumo. Che dal canto suo ieri era a Berlino con la missione di Confindustria e fonti vicine all’isitituto lo hanno definito «tranquillo». Intesa Sanpaolo, malgrado i mercati, ha lanciato ieri un’obbligazione subordinata per 1,5 miliardi di euro destinata al pubblico indistinto. A Wall Street, le vendite colpiscono ancora i bancari – con Morgan Stanley arrivata a perdere il fino 40% e petroliferi in picchiata con il petrolio, sceso sotto 80 dollari.