La Chiesa pagherà l’Ici ma solo “a percentuale”. Incontro Monti-Bagnasco

Pubblicato il 9 Gennaio 2012 - 12:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Chiesa è orientata a pagare l’Ici sugli immobili, ma solo “a percentuale”. Pagherà, cioè, sulla parte di immobile che viene utilizzata a fini commerciali. Per la firma del “trattato di pace” mancano ancora molti dettagli, ma un compromesso di massima è stato raggiunto al più alto livello: il primo ministro Mario Monti e il capo dei vescovi cardinal Bagnasco si sono incontrati riservatamente più di una volta trovando l’intesa. Che significa a percentuale? Significa intanto che non parliamo di chiese, oratori, Vaticano e tutti gli edifici dedicati al culto e alle opere con valore sociale e assistenziale. Parliamo invece di quelle strutture “miste” alle quali l’imposta non viene applicata perché, come recita la legge, non sono “esclusivamente” a carattere commerciale. Si cerca in sostanza di superare l’ambiguità implicita di quell’avverbio, “esclusivamente”.

Appena l’intesa sarà ratificata, un documento definirà nuovi parametri sui locali dove si svolge un’attività commerciale. Se, per esempio, un edificio comprende, poniamo, un oratorio e delle stanze concesse in affitto, l’Ici, dovremmo dire l’Imu, si applicherà solo sui locali in affitto. Un passo avanti significativo: prima, l’esistenza dell’oratorio, faceva sì che la struttura fosse considerata adibita a usi non “esclusivamente” commerciali, impedendo con ciò l’applicazione dell’imposta alla parte di edificio che commerciale lo era eccome. E’ in questo passaggio che si realizza quell’abuso che “se c’è, è giusto che sia accertato e abbia fine” come ha sostenuto pubblicamente il cardinal Bagnasco. L’intesa, che andrebbe incontro alla richiesta dell’opinione pubblica di equità nella distribuzione dei sacrifici senza escludere nessuno, servirà a sanare l’incongruenza a livello di concorrenza sulla quale la Commissione europea si pronuncerà a giugno. E’ chiaro che con una tassazione inesistente, molte attività della chiesa a carattere commerciale usufruiscono di un vantaggio illegittimo nei confronti degli altri operatori.