Chrysler torna in utile, Marchionne: “E’ rinata”

Pubblicato il 31 Gennaio 2011 - 21:46 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Break-even operativo nel 2010 e utile netto nel 2011, quando Fiat salirà in Chrysler al 35% e la casa automobilistica americana potrebbe arrivare in Borsa dopo aver restituito i prestiti ricevuti dal governo americano. ”Abbiamo mantenuto le promesse. Chrysler è rinata. I numeri sono buoni, oltre molte attese”, afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, che ringrazia i dipendenti statunitensi. A loro la settimana prossima verrà distribuito un ‘riconoscimento per la straordinaria performance’ di circa – secondo quanto riportato dalla stampa americana – 750 dollari ciascuno. E’ un premio che ”riconosce il sostegno continuo e gli sforzi della nostra gente. Sarebbe stato non scusabile” non distribuire il premio a fronte delle perdite 2010.

Marchionne risponde invece con un secco no agli analisti che, nella conference call di presentazione dei risultati, gli chiedevano se un l’accordo su Mirafiori abbia un effetto sui conti della casa americana. Chrysler archivia il 2010 con un utile operativo di 763 milioni di dollari, oltre i target precedentemente fissati. I ricavi si sono attestati a 41,9 miliardi di dollari. La perdita netta è risultata pari a 652 milioni di dollari in seguito a interessi per 1,228 miliardi di dollari sul debito finanziario. La liquidità, compresi i 2,3 miliardi di dollari che restano a disposizione di Chrysler con gli accordi raggiunti con il Tesoro americano e i governi del Canada e dell’Ontario, è pari a ”oltre 9,6 miliardi di dollari”.

Per il 2010 il cash flow è positivo per 1,4 miliardi di dollari. Al 31 dicembre 2010 il debito industriale si attestata a 13,1 miliardi di dollari. Il quarto trimestre si chiude con un utile operativo di 198 milioni di dollari su ricavi per 10,8 miliardi di dollari mentre le perdite nette trimestrali si sono attestate a 199 milioni di dollari. Per il 2011 Marchionne prevede un ritorno in nero per Chrysler, con un utile netto di 0,2-0,5 miliardi di dollari su ricavi per 55 miliardi di dollari. Nella seconda metà dell’anno Fiat dovrebbe inoltre rafforzarsi nella casa automobilistica statunitense, salendo dall’attuale 25% al 35% con il completamento di due ‘perfomance events’: il primo è l’aumento dei ricavi e delle vendite al di fuori dell’area Nafta e il secondo riguarda la produzione commerciale negli Stati Uniti di una autovettura basata su una piattaforma Fiat con prestazioni da almeno 40 miglia per gallone.

”Il destino di Chrysler dipende da Marchionne e dalla sua attenzione ai dettagli, un approccio che lo ha aiutato a salvare Fiat dall’orlo del collasso alcuni anni fa. Ma – mette in evidenza il Wall Street Journal – è anche un approccio che in alcune occasioni può ritardare le decisioni a causa del doppio ruolo di Marchionne alla guida di Fiat e Chrysler e il suo dividersi fra Michigan e Italia”.