DRAGHI: ”TROPPE TASSE, E’ URGENTE UN TAGLIO”

Pubblicato il 31 Maggio 2008 - 01:02 OLTRE 6 MESI FA

«Per la crescita del Paese è urgente il taglio delle tasse per le famiglie e le imprese». È il monito lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nella sua relazione annuale. «Il Paese ha desiderio, ambizione, risorse per tornare a crescere» e protagonisti «devono essere i giovani», ha affermato Draghi, sottolineando che «stabilità politica» e «forza delle istituzioni sono le fondamenta su cui costruire l’intervento risanatore. La sua attuazione richiederà l’impegno di tutte le forze di cui dispone il Paese. Il premio è la ripresa duratura della crescita».

CONTI PUBBLICI – Nell’ultimo biennio «la situazione dei conti pubblici è migliorata» ma, secondo il governatore di Bankitalia, «i risultati per l’anno in corso si prospettano meno favorevoli». Anche in un contesto congiunturale difficile, però, «il rapporto fra debito e prodotto deve restare su un sentiero di flessione».

FAMIGLIE – «La spesa delle famiglie italiane è frenata dalla bassa progressione del reddito disponibile», soprattutto per quanto riguarda i consumi dei nuclei a «reddito più basso», è l’opinione del governatore dell’istituto centrale di credito. «I consumi continuano a risentire dell’instabilità dei rapporti di impiego, diffusa specialmente tra i giovani e nelle fasce marginali di mercato del lavoro: l’incertezza sul reddito corrente, sulle sue prospettive di crescita futura frena le decisioni di spesa, anche per l’inadeguatezza della rete di protezione sociale».

PENSIONI – «Nel medio-lungo termine, un incremento dell’età media di pensionamento, accompagnata da un convinto sviluppo della previdenza complementare, può dare un fondamentale contributo alla riduzione della spesa pubblica», è il suggerimento di Draghi. Lo afferma il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nelle sue Considerazioni finali, sottolineando come il 30% della spesa per pensioni di vecchiaia e anzianità è oggi corrisposta a cittadini con meno di 65 anni«. L’innalzamento dell’età d’uscita dal lavoro può consentire, inoltre, »di contenere il divario che si sta aprendo fra il potere d’acquisto dei pensionati anziani e quello dei lavoratori in attività«. Dal Governatore arriva anche l’esortazione a »rimuovere i vincoli e i disincentivi al proseguimento dell’attività lavorativa per coloro che sono nel regime retributivo; ampliare i margini di scelta dell’età di pensionamento per coloro che sono nel regime contributivo; cancellare gli ultimi impedimenti al cumulo tra lavoro e pensione; incoraggiare forme flessibili di impiego, con orari adattabili alle esigenze individuali; permettere così a chi ha accumulato esperienza e conoscenze di contitnuare, se vuole, a metterle a frutto per se stesso, la propria famiglia, la società«.