Fiat-Governo: riprende la trattativa su Termini Imerese

Pubblicato il 1 Dicembre 2009 - 10:36 OLTRE 6 MESI FA

Inizia oggi a Roma il confronto Fiat-Governo su Termini Imerese. L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, si incontreranno per discutere del futuro dello stabilimento palermitano. La riunione di oggi, in attesa del tavolo allargato alle parti sociali in programma il 21 dicembre, verterà soprattutto sulle sorti della fabbrica. Il faccia a faccia odierno si preannuncia come una sorta di muro contro muro: il top manager del Lingotto esporrà a Scajola le ragioni che hanno portato la Fiat a rinunciare, dal 2011, a produrre auto in Sicilia; dall’altra parte il ministro ribadirà che lo stabilimento deve continuare a produrre.

Torino si è impegnata a cercare una soluzione insieme alle istituzioni e dagli incontri che si susseguiranno da qui a Natale le parti dovranno trovare un non facile punto d’intesa. Dunque, c’è tempo fino al prossimo 21 dicembre, data di convocazione del tavolo generale sull’auto, per discutere sui piani strategici per l’Italia che Marchionne vuol far partire. È chiaro, comunque, che il top manager non scoprirà subito le carte visto che il governo deve ancora pronunciarsi sul prolungamento degli incentivi nel 2010. Marchionne, dal canto suo, metterà sul piatto della bilancia la disponibilità del gruppo ad aumentare la produzione di auto nelle fabbriche italiane riportandola a quota 900mila, dato toccato nel 2007, cioè nel periodo antecedente la crisi. La quota aggiuntiva di modelli dovrebbe arrivare, nel nostro Paese, dalla Polonia visto che lo stabilimento di Tychy è ormai a pieno regime. Per Marchionne si tratta, insomma, di tenere conto degli scenari che si prospettano, in particolare per un mercato italiano nel 2010 con o senza gli incentivi. Tra le ipotesi avanzate nelle scorse settimane, c’è la possibilità che la Panda sbarchi a Pomigliano d’Arco, ma anche che la futura Lancia Ypsilon sia dirottata nell’impianto in Serbia.

Ieri, incontrando i vertici dei sindacati metalmeccanici, Scajola ha detto che il mercato italiano è quello in cui si producono meno vetture rispetto all’andamento dei consumi. Un 30% appena, circa 660mila unità contro due milioni di immatricolazioni l’anno. Una situazione ben diversa da quella del resto d’Europa: il 105% di Francia, il 167% della Spagna il 179% della Germania e il 68% della Gran Bretagna. Da qui l’esigenza di «aumentare la produzione in Italia».