Fiat, ultimo giorno di lavoro a Termini. Si cerca accordo con Di Risio

Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA

TERMINI IMERESE (PALERMO) – Ultimo giorno di lavoro per i 1.566 dipendenti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Da domani partirà la cassa integrazione fino al 31 dicembre. E poi il Lingotto lascerà la Sicilia. Nulla di fatto all’incontro di ieri, 23 novembre, al ministero dello Sviluppo Economico sulla riconversione industriale di Termini Imerese. Un nuovo incontro si terrà il 30 novembre.

Gli operai hanno annunciato per stasera un picchettaggio per bloccare l’uscita delle ultime Lancia Ypsilon, quasi cinquecento, prodotte nello stabilimento.

L’unico accordo ormai possibili sarebbe quello con  Dr Motor di Massimo Di Risio, che si è impegnato ad assumere fino a 1312 persone. Resta da chiarire il punto della mobilità incentivata, che Fiat favorirebbe

Per oggi, 24 novembre, è prevista un’assemblea con il leader della Fiom-Cgil Maurizio Landini. Ieri la reazione degli operai della Cgil alla disdetta del contratto nazionale da parte di Fiat aveva portato a due ore di sciopero indetto dalle Rsu  Fiom alla Cnh di San Mauro torinese e alla Ferrari, mentre oggi e domani lo stop potrebbe toccare la Sevel e l’Iveco.

Dopo le sollecitazioni da parte dei sindacati, Fiat ha convocato i sindacati dei metalmeccanici il 29 novembre a Torino per aprire il confronto sul contratto nazionale del gruppo.

Il nodo resta la disdetta del contratto nazionale di categoria e di tutti gli accordi vigenti a partire dal prossimo 1° gennaio in tutti gli stabilimenti italiani. Da allora il modello di riferimento per le fabbriche del Lingotto sarà il contratto aziendale di primo livello di Pomigliano, applicato anche a Mirafiori e Grugliasco, ma contro il quale la Fiom ha avviato un’azione giudiziaria.

I punti chiave dell’accordo-modello Pomigliano

Rappresentanza: applicando l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori vengono riconosciute le rappresentanze sindacali aziendali (nominate dalle sigle firmatarie degli accordi) anziché le rappresentanze sindacali unitarie introdotte dall’accordo interconfederale del 1993 (votate da tutti i lavoratori).

Pause: la pausa mensa è spostata a fine turno. Il tempo concesso in tutto per le pause diminuisce di 10 minuti: tre interruzioni da 10 minuti al posto di 2 da 20, con il pagamento della differenza (37 euro lordi).

Assenteismo: per contrastare forme di assenteismo anomalo “non riconducibili ad epidemie”, l’azienda non pagherà la quota retributiva a proprio carico. Ci sarà una commissione bilaterale a vigilare.

Organizzazione del lavoro: turnazione articolata in 18 turni settimanali  per 40 ore di lavoro ordinario. L’azienda potrà ricorrere a 120 ore di straordinario pro capite senza che sia necessario un preventivo accordo sindacale, rispetto alle 40 ore del contratto.

Aumento della paga base: cresce mediamente di 30 euro lordi mensili.Previsto anche un nuovo inquadramento professionale con fasce intermedie con benefici sulla mobilità professionale dei lavoratori. Se i sindacati, l’Rsa o il singolo lavoratore non rispetta quanto concordato con l’azienda, questa viene sollevata dagli obblighi sui contributi sindacali e i permessi retribuiti.