Finanziaria, scontro sull’uso del Tfr

Pubblicato il 10 Dicembre 2009 - 11:45| Aggiornato il 14 Dicembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

Maurizio Sacconi

Sulla finanziaria, almeno sulla carta, è scontro. Il testo, 9 miliardi di stanziamento, tre articoli, 250 commi, e una pioggia di regalie alle lobbies, in Senato è già passato ed è in discussione alla Camera. I margini di manovra, per le opposizioni però non ci sono: l’intenzione del Governo, infatti, è quella di ignorare emendamenti e tentativi di correzione ponendo la fiducia alle prime difficoltà.

Difficoltà che non mancano, in effetti. La miccia, tra i 250 punti disponibili, si è accesa in particolare sul Tfr, il trattamento di fine lavoro che, dalla Tesoreria dello Stato Inps passa dritto dritto al fondo Grandi Eventi di Palazzo Chigi, un fondo inizialmente concepito per finanziare manifestazioni sportive e istituzionali.

Una destinazione che non piace né al Pd né ai sindacati perché implica che il Tfr non finanzierà più spesa pubblica in conto capitale (ovvero investimenti) ma spesa pubblica in conto corrente, ovvero spesa e basta.

Contro le proteste dell’opposizione ha parlato il ministro del Welfare, Sacconi, spiegando che per i lavoratori non cambia nulla e che, senza le stesse proteste, una decisione analoga fu presa dal governo Prodi in sede di Finanziaria 2007. Solo che, allora, il tfr di quei lavoratori che aveva deciso di lasciarlo in azienda era stato utilizzato per investimenti infrastrutturali. Destinarlo ai Grandi Eventi di Palazzo Chigi, spiega il deputato del Pd Paolo Baretta, significa superare la «soglia di decenza istituzionale».