L’Fmi conferma i timori di Confindustria: ripresa debole, il Pil italiano cresce dell’1,1%

Pubblicato il 11 Aprile 2011 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Il Pil italiano crescerà nel 2011 dell’1,1%, ovvero 0,1 punti percentuali in più rispetto alla stima di gennaio. Un rialzo misero delle stime di un Pil già stentato. Solo domenica la Confindustria aveva lanciato l’allarme per la crescita italiana, così timida con qull’1% da non poter davvero competere con giganti come Cina o India, ma nemmeno con i vicini europei, come la Germania.

Gli ultimi dati arrivano dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel World Economic Outlook. Un rialzo debole anche per il 2012, anno in cui, secondo l’Fmi, l’economia italiana crescerà dell’1,3% (stima invariata rispetto a gennaio). ”In Italia la ripresa è prevista rimanere debole, con i problemi di competitività che limitano la crescita dell’export e il risanamento fiscale che pesa sulla domanda privata”.

I numeri dell’economia mondiale sintetizzano le difficoltà italiane: la ripresa economica mondiale procede più o meno come previsto, ossia con il pil che crescerà nel 2011 del 4,4% e del 4,5% nel 2012. Il Pil delle economie avanzate crescerà nel 2011 del 2,4% e nel 2012 del 2,6% mentre quello delle economie emergenti metterà a segno un +6,5% sia quest’anno sia il prossimo. Ecco spiegata l’urgenza con cui Confindustria ha chiesto al governo riforme che rilancino l’economia e la crescita.

Buone notizie sul nostro Paese arrivano almeno dal rapporto deficit/Pil, che nel 2011 si attesterà al 4,3% per poi scendere al 3,5% nel 2012. Nessuna previsione invece di abbassare il rapporto debito/Pil: quest’anno si attesterà al 120,3% e al 120,0% nel 2012.

Il tasso di disoccupazione è poi molto elevato e va ridotto anche perché pone sfide economiche e sociali: al mondo ci sono 205 milioni di disoccupati, 30 milioni in più rispetto al 2007. Il Fondo Monetario stima per Eurolandia una disoccupazione al 9,9% nel 2011 e al 9,6% nel 2012. L’Italia è sotto la media europea con una disoccupazione all’8,6% nel 2011 e all’8,3% nel 2012.

A risentire della mancanza di lavoro sono soprattutto i giovani. ”La disoccupazione  – spiega l’Fmi – pone sfide economiche e sociali, che sono amplificate nelle economie emergenti e in via di sviluppo dagli elevati prezzi alimentari. A incontrare le maggiori difficoltà sono i giovani: in media nei paesi dell’Ocse il tasso di disoccupazione fra i giovani di età compresa fra i 15 e i 24 anni è due volte e mezzo quello degli altri gruppi. La disoccupazione fra i giovani aumenta durante le recessioni e in questa occasione l’aumento è stato più che in passato”.

Secondo il Fmi le tre linee di difesa contro un’elevata disoccupazione sono politiche macroeconomiche di sostegno, il rilancio del settore finanziario e misure specifiche per il mercato del lavoro.