Francia, il Senato dice sì alla riforma delle pensioni. E si raffredda la protesta

Pubblicato il 26 Ottobre 2010 - 20:36 OLTRE 6 MESI FA

Dopo il definitivo via libera del Senato, è ormai in dirittura d’arrivo la contestatissima riforma francese delle pensioni. Mentre l’ondata di scioperi e proteste sembra ormai affievolirsi, con un progressivo ritorno alla normalità. A partire dai macchinisti della Sncf, la compagnia ferroviaria, la cui adesione allo sciopero è calata oggi del 5,4%-12,3%.

Progressi si registrano anche a Marsiglia, dove gli spazzini hanno ripreso a pulire la strade dai cumuli di spazzatura. Secondo il ministro dell’Interno, Brice Hortefeux, 5 delle 12 raffinerie stanno riavviando la produzione. E anche sul fronte benzina, la situazione migliora. L’obiettivo di rifornire l’80% delle stazioni di servizio entro oggi ”sarà rispettato”, ha detto il ministro dell’Energia Jean-Louis Borloo.

Intanto, cala l’adesione degli studenti alle proteste indette per oggi dall’Unef, il primo sindacato universitario. La mobilitazione avrebbe dovuto mostrare al governo che la protesta non si sarebbe indebolita durante le vacanze di Ognissanti.

Ma sulle 83 università di Francia, solo 7 registravano questa mattina blocchi o disagi. In provincia, la mobilitazione si è limitata a qualche azione simbolica, come lo striscione di un centinaio di manifestanti ad Aix-en-Provence: ”La pensione riguarda i giovani”.

A Lione, poche decine di studenti, riuniti davanti alla sede dell’Ump, il partito del presidente Nicolas Sarkozy, esibivano un cartello con scritto: ”Sarko guarda il tuo Rolex: è il tempo della rivolta”. A Parigi, circa un migliaio di persone – tra studenti, liceali e lavoratori – si sono riunite intorno al Senato, dove nel pomeriggio è stato votato il testo, con 177 voti a favore e 151 contrari. ”E’ un voto storico”, ha esultato il ministro del Lavoro Eric Woerth.

Salvo sorprese, i parlamentari dovrebbero porre fine domani alla maratona legislativa adottando il testo all’Assemblea nazionale. Un via libera scontato, ma che non basterà a trasformare la riforma in legge. Il Partito socialista ha infatti annunciato un ricorso al Consiglio costituzionale. ”La battaglia non è finita”, ha detto il presidente dei deputati socialisti Jean-Marc Ayrault.

Secondo i calcoli degli esperti, bisognerà dunque attendere metà novembre prima che la legge possa essere promulgata. Anche se dal tono generale delle dichiarazioni, dai banchi della maggioranza fino a quelli dell’opposizione, l’impressione è che ormai si volti pagina. Quella sulle pensioni ”è una vittoria di Pirro”, commenta la socialista Elisabeth Guigou. Mentre il ministro dell’Economia Christine Lagarde parla di ”svolta” nello scontro con lavoratori e sindacati.

Intanto, il premier Francois Fillon apre agli studenti annunciando un dialogo tra le parti sui problemi legati all’occupazione giovanile subito dopo la promulgazione della riforma. Insomma, dopo settimane di conflitto, la maggioranza sembra voler calmare le acque: ”Non c’è nessun vincitore, ognuno ha assunto le proprie responsabilità’, ha detto il presidente della commissione affari sociali del Parlamento, Pierre Mehaignere.