Financial Stability Board: “Tassa sulle banche? La priorità è scrivere nuove regole”

Pubblicato il 25 Giugno 2010 - 21:02 OLTRE 6 MESI FA

Mario Draghi

Il Financial Stability Board (Fsb) di Mario Draghi presenta al G20 gli aggiornamenti sui lavori in corso per ciò che riguarda le nuove regole della finanza mondiale. Il tutto avviene  in un contesto di debolezza del sistema finanziario e fra le crescenti preoccupazioni del mercato sullo stato di salute dei conti pubblici di molti paesi.

E mentre i politici dibattono, con divisioni anche all’interno del G20, sull’introduzione o meno di una tassa sulle banche con diversi schieramenti che si oppongono. Per l’istituto un’eventuale tassazione sulle banche non deve essere alternativa all’imposizione di nuove regole: al contrario, il  prelievo dovrebbe essere complementare a una riforma delle regole, che e’ la priorità.

Nel valutare l’introduzione di un ipotetico prelievo sarebbe necessario – secondo l’Fsb – valutare vari aspetti. Oltre alla complementarietà, va tenuto presente che l’imposizione di una tassa sottrae risorse agli istituti e non aumenta la loro capacità di assorbire eventuali perdite: in quest’ottica l’Fsb preme affinchè la definizione e l’attuazione di un’eventuale tassazione non sia finalizzata fino alla messa a punto di regole che stabiliscano un rafforzamento dei requisiti patrimoniali e di liquidità.

In ogni caso, una  tassazione elaborata in modo appropriato può contribuire come incentivo alla riduzione del rischio. Al G20 l’Fsb presenterà un rapporto sui progressi raggiunti nell’applicazione delle raccomandazioni del G20 sulle riforme regolamentari e un rapporto provvisorio sui principi e sulle opzioni per ridurre i rischi legati agli istituti finanziari importanti dal punto di vista sistemico, oltre una lettera a firma del presidente sulle tematiche oggetto dei rapporti, con particolare attenzione a Basilea III.

Il G20 esaminerà l’ultima bozza di riforma messa a punto dal Comitato di Basilea e che – secondo indiscrezioni – dovrebbe evidenziare delle concessioni per le banche. Le modifiche più importanti che sarebbero state introdotte – secondo indiscrezioni – riguarderebbero il volume di fondi liquidi che le banche dovrebbero accantonare per tutelarsi per proteggersi da nuove crisi finanziarie.

Modifiche che segnerebbero una vittoria per il sistema bancario: secondo le stime di alcuni top manager, le misure di liquidità proposte sei mesi fa si sarebbero tradotte in costi ulteriori per le banche per 5.000 miliardi di euro. Il testo modificato evita invece – sostiene il settore finanziario – un aumento dei costi di finanziamento anche per i consumatori.