G20: accordo per 430 miliardi al Fmi. Ma gli Usa dicono no

Pubblicato il 20 Aprile 2012 - 16:42 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Il G20 impegnerà 430 miliardi di dollari in ulteriori risorse per il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Sarebbe questo l’accordo raggiunto a Washington. L’impegno è scritto nel comunicato finale del G20. Ma gli Stati Uniti dicono “no”, ad affermarlo – secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg – il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.

Nel comunicato finale si legge anche che la ripresa economica globale è modesta e restano rischi al ribasso. Le risorse aggiuntive servirebbero a rafforzare la  capacità del Fondo Monetario di aiutare i Paesi membri colpiti dalla crisi, non solo quelli europei. La cifra è quella indicata nella bozza del comunicato finale del G20. Ma le resistenze degli Stati Uniti e all’interno del gruppo di Paesi dei cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) rischiano di sminuire la portata dell’accordo.

Al momento – come ha spiegato la stessa numero uno del Fondo, Christine Lagarde, mentre la riunione prosegue – la somma raccolta ammonta a 357 miliardi di dollari. Gli ultimi Paesi che hanno deciso di dare il loro contributo per il rafforzamento della dotazione finanziaria del Fmi sono il Regno Unito e la Corea del Sud con 15 miliardi di dollari ciascuno e Australia e Singapore con 7 miliardi per uno. Se questo fosse il risultato finale non si potrebbe certo parlare di un successo, visto che la cifra indicata nella bozza di comunicato approdata sul tavolo del G20 all’inizio della riunione e’ gia’ inferiore a quanto era stato richiesto dal Fondo monetario, 600 miliardi di dollari. La preoccupazione e’ per come potrebbero reagire i mercati, che si attendono un aumento delle risorse del Fmi di almeno 400 miliardi.

Questo in una giornata in cui le tensioni finanziarie sono tornate a turbare il clima dell’Eurozona, con lo spread tra i titoli italiani e i bund tedeschi che ha nuovamente toccato i 400 punti: ”E’ la volatilita’. Non vedo nulla di nuovo rispetto ai giorni passati”, ha commentato il viceministro dell’economia, Vittorio Grilli, che partecipa ai lavori del G20 insieme al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e al presidente della Bce, Mario Draghi. Intanto il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, ha ribadito la sua fiducia nell’azione portata avanti dal governo Monti, al quale ha riconosciuto ”forte determinazione e impegno nell’affrontare sia la sfida del consolidamento dei conti sia quella della crescita con le liberalizzazioni e la riforma del mercato del lavoro”.

L’Europa e’ stata chiaramente al centro della riunione del G20. Nel comunicato si parla di una crescita 2012 dell’economia mondiale ”ancora moderata, mentre persistono significativi rischi al ribasso”. Questo vale soprattutto per il Vecchio Continente che continua a rappresentare l’epicentro della crisi. Preoccupazioni anche per l’elevato livello raggiunto dal prezzo del petrolio, che si riflette inevitabilmente in un aumento dei prezzi dell’energia. Su questo fronte i Paesi del G20 ”si impegnano a vigilare e sono pronti a ulteriori azioni se necessario”. Viene quindi sottolineato ”l’impegno dei Paesi produttori per assicurare un’adeguata fornitura”.