G20, l’appello dell’Ilo: “Necessarie politiche a favore dell’occupazione”

Pubblicato il 11 Novembre 2010 - 15:26 OLTRE 6 MESI FA

Servono politiche ancora più a ”favore dell’occupazione produttiva” e di una ”crescita ad alta intensità di lavoro”. E’ il messaggio dell’Ilo in occasione del G20 in corso a Seul.

Nonostante nel 2010 vi sia stata una crescita positiva dell’occupazione in tutti i paesi del G20, più forte nelle economie emergenti che in quelle ad alto reddito, un nuovo rapporto reso noto dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) sottolinea come tale crescita dell’occupazione non sia stata abbastanza forte per far ripartire il mercato del lavoro.

Secondo gli ultimi dati dell’Ilo, rispetto al 2009, nel 2010 la disoccupazione è aumentata in 10 paesi del Gruppo dei 20, mentre per 8 è diminuita. La maggior parte delle economie emergenti ha registrato nel 2010 un aumento dell’occupazione e una diminuzione della disoccupazione, afferma l’organizzazione ginevrina.

Il numero di disoccupati a livello mondiale rimane al livello record di 210 milioni, 30 milioni in più rispetto al periodo antecedente la crisi nel 2007. Nei 18 Paesi del G20 analizzati dal’Ilo, nel primo semestre del 2010 i disoccupati erano 70 milioni (15,5 milioni in Europa, 22 milioni nelle altre economie ad alto reddito e 32,5 milioni nelle economie emergenti).

Il tasso di disoccupazione nei Paesi del G20 varia dal 25 al 5%. Secondo l’Ilo, nei prossimi dieci anni i paesi del G20 dovranno creare 21 milioni di posti di lavoro all’anno – circa la metà dei 44 milioni necessari a livello mondiale – soltanto per riuscire a compensare l’aumento della popolazione attiva.

Rivolgendosi ai leader dei principali paesi l’Ilo promuove quindi un approccio che includa un maggiore livello di investimenti e di accesso al credito, una più ampia attenzione alle piccole imprese, una graduale espansione della protezione sociale di base in tutti i paesi, una crescita dei salari reali in linea con gli aumenti di produttività e una migliore protezione dei lavoratori a basso reddito attraverso il salario minimo.