Generali, Financial Times candida Draghi: “Una sicurezza”

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 09:34 OLTRE 6 MESI FA

Il Financial Times inserisce il nome del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, nella lista di coloro che potrebbero andare alla guida di Generali.

«Potrebbe Mario Draghi essere la polizza assicurativa di Generali?» è il titolo di un lungo editoriale che riporta le varie indiscrezioni che si sono succedute sul futuro del top management del Leone di Trieste. «Considerato che siamo in Italia – si legge – i risultati ottenuti dall’attuale management sotto la guida del veterano presidente Antoine Bernheim non verranno presi in considerazione».

Il quotidiano della City riporta le indiscrezioni relative al possibile arrivo di Cesare Geronzi a Trieste, ma sottolinea anche l’opposizione che potrebbe arrivare dal finanziere francese Vincent Bollorè, da Dieter Rample, presidente di Unicredit «la banca italiana che si dice essere preoccupata per un possibile passaggio di Geronzi a Trieste» e che mira ad evitare ogni forma di instabilità a Piazzetta Cuccia.

«Questi due non sono soli», aggiunge il Ft, che inserisce anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, fra quelli che potrebbero avere voce in capitolo: «apprezza la stabilità che ha caratterizzato l’attuale management di Generali durante la crisi», mentre «è preoccupato che Mediobanca passi più tempo a pensare Generali e non a definire un modello industriale per il suo business bancario».

Da questa situazione, riassume il quotidiano finanziario, è possibile che Bernheim «e il suo team vengano confermati», anche se questa «rielezione potrebbe includere un accordo in base al quale, in qualche momento durante il mandato, Bernheim si faccia da parte per un nuovo presidente con uno status ed una reputazione adeguata ad una delle maggiori società italiane».

E, conclude l’editoriale, «se dovesse fallire nel suo tentativo di diventare il prossimo governatore della Bce, Mario Draghi, sarebbe la scelta giusta per il ruolo, visto che è il candidato che molti, fra cui Tremonti e Bernheim, non avrebbero difficoltà ad appoggiare».