Ilva, vicolo cieco di Emiliano: se non molla brucia 20mila posti lavoro e 3 miliardi

di Lucio Fero
Pubblicato il 22 Dicembre 2017 - 14:29 OLTRE 6 MESI FA
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Michele Emiliano col casco davanti all’Ilva (foto Ansa)

ROMA – Ilva, Gentiloni ha rivolto un appello a nome del governo. L’appello dice in sostanza: togliamo di mezzo quel ricorso al Tar. Perché se il Tar blocca tutto, anche solo riservandosi di decidere, si blocca tutto. E per tutto si intende l’acquisto di Ilva da parte dei promessi compratori. E i lavori di risanamento ambientale. E il miliardo e passa di euro per appunto il risanamento ambientale. E i due miliardi di investimento sugli impianti. E i 20 mila posto di lavoro dell’Ilva e indotto. Si blocca tutto, salta tutto se non si toglie di mezzo quel ricorso al Tar.

Ma Michele Emiliano presidente della Regione Puglia di quel ricorso è il papà. Papà in quanto ricorrente ma soprattutto genitore ideologico e politico del ricorso al Tar. Ricorso che è parte integrante di una strategia, di una condotta politica e, volendo, di una precisa scelta di condotta civile. Il ricorso è centro il decreto del governo sull’Ilva, formalmente si oppone a tempi e modi del risanamento ambientale. Come si è detto però il ricorso è solo un tassello della strategia. Se si vuole, la leva che secondo Emiliano e il suo compagno di ricorso sindaco di Taranto solleverà l’Ilva, la metallurgia, la Puglia, Taranto, l’ambiente…e il tutto facendo una pernacchia ai mercati, ai bilanci, ai padroni, allo Stato, alla Ue…

I sindacati e perfino cardinali e parroci hanno pregato Emiliano e il sindaco di Taranto di togliere di mezzo quel ricorso al Tar. Ma Emiliano e il sindaco di Taranto non sembrano convincersi. Anzi sembrano proprio sicuri e convinti che tutti gli altri al tavolo dell’Ilva bluffino. O comunque che siano ciechi da non vedere, non capire…

Dicono, fanno sapere ad Emiliano che i compratori di Ilva potrebbero squagliarsi se l’affare si complica e comunque vogliono garanzia pubblica di un paio di miliardi nel caso il Tar prima sospenda e poi annulli decreto del governo? Il papà del ricorso pensa sia un  bluff e comunque la strategia, la politica e la condotta civile che sottendono la strategia non attendono di meglio che i compratori di Ilva si squaglino.

A quel punto Ilva chiude, dal nove gennaio si cominciano a spegnere gli altoforni, si fermano i lavori di risanamento, i 20 mila lavoratori vanno per strada? No, Emiliano e chi lo affianca e segue pensa che nulla di tutto questo possa accadere davvero. Emiliano dal più profondo della sua esperienza di italiano convinto che la realtà sia un codice che si interpreta, l’economia una pelle che si stira e lo Stato un elastico che si piega trae la certezza che non succede niente. Anzi, con il ricorso al Tar gli altri si mettono paura e mollano.

Non succede niente è certo Emiliano. E, se succede, meglio. Perché allora Ilva non chiude perché se la compra lo Stato. Non si può fare perché mancano i soldi e le leggi europee, oltre che quelle del mercato, dicono di no. Ma nel mondo di Emiliano si fa, si fa…Nessuno va per strada perché tutti li assume lo Stato coi soldi dei contribuenti. Non si spegne niente perché si trova un giudice che ferma lo spegnimento. E non si bloccano i lavori di risanamento perché i soldi qualcuno li scuce sicuro. Nel mondo di Emiliano si fa, si fa…A carico dello Stato nel modo di Emiliano si fa tutto. L’Ilva di Stato è la stazione finale della strategia. Una strategia che si sente perfino di sinistra, nazionalizzare imprese non è sinistra?

Emiliano pensa che gli altri siano ciechi a non v edere la finestra di opportunità di una Ilva di Stato. E quindi con grande convinzione e determinazione ha ficcato se stesso in un vicolo cieco: o Emiliano molla sul ricorso al Tar o il trionfo della sua politica avverrà al modico prezzo di 20 mila posti di lavoro buttati e bruciati, tre miliardi di investimenti in fumo e niente soldi per il risanamento ambientale. La chiamano strategia del Tar, sempre Emiliano è colui che si è inventato l’obiettivo dell’Ilva tutta a gas (oltre che di Stato). Non esiste un impianto siderurgico tutto a gas sul pianeta. Ma mettiamo anche, per un’Ilva a gas occorre il gas. Ma Emiliano, sempre lui, è colui che ha fatto ricorso al Tar contro il Tap, cioè il tubo che porta…il gas! La chiamano strategia del Tar, consiste nel volere gratis o comunque nel mettere tutto in conto allo Stato. Una vera classe dirigente, non c’è che dire.