Lavoro, Sacconi annuncia riforma: “Novità su ammortizzatori sociali”

Due saranno i pilastri della riforma – ha spiegato il ministro del Lavoro – «una indennità di disoccupazione su base generalizzata ed un secondo strumento integrativo che sarà soprattutto rivolto a conservare il rapporto di lavoro quando può ridursi il volume della produzione ed anche le ore lavorate»
Maurizio Sacconi
Maurizio Sacconi

Una riforma per disegnare lo statuto dei lavori che conterrà anche le nuove norme per gli ammortizzatori sociali verrà proposta nella forma di un disegno di legge delega dopo le elezioni regionali. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che questa mattina a Bologna ha inaugurato il circolo culturale Marco Biagi, intitolato alla memoria del giuslavorista ucciso dalle Brigate Rosse.

Una riforma che sarà, come ha spiegato il ministro, l’atto conclusivo del disegno che aveva in mente Biagi. Due saranno i pilastri della riforma – ha spiegato Sacconi – «una indennità di disoccupazione su base generalizzata ed un secondo strumento integrativo che sarà soprattutto rivolto a conservare il rapporto di lavoro quando può ridursi il volume della produzione ed anche le ore lavorate».

Il ddl per lo statuto dei lavoratori verrà proposto – ha spiegato Sacconi che ha parlato davanti ai familiari di Biagi, la vedova Marina, la sorella Francesca, diversi parlamentari, il sindaco di Bologna Flavio Delbono, il presidente degli industriali bolognesi Maurizio Marchesini – «dopo le elezioni regionali in un quadro di stabilità democratica che il paese vorrà prendere all’indomani del voto, avendo davanti l’opportunità di tre anni senza elezioni».

Sacconi ha parlato anche di formazione sostenendo che oggi le «parti sono pronte a realizzare un’altra intuizione di Marco», cioè per una «formazione regolata dalle stesse parti sociali», diversamente dal passato – ha osservato ancora il ministro – quando c’era «il pregiudizio di una formazione separata dall’impresa».

Entro gennaio – ha promesso Sacconi – le nuove linee guida verranno discusse e approvate dalla conferenza Stato-Regioni-parti sociali «all’insegna di una forte sussidiarietà delle parti sociali».

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