Lavoro, vertice Milano. Merkel promuove Jobs Act. Renzi: terremo deficit al 2.9%

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2014 - 16:47 OLTRE 6 MESI FA
Lavoro, vertice Milano. Hollande: "Crescita e occupazione priorità di tutti"

Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz (Foto Lapresse)

MILANO – Matteo Renzi strappa la “promozione” del suo Jobs Act da Angela Merkel e Josè Manuel Barroso. Poco conta, alla fine, che la strappi mentre al Senato, la sua riforma del lavoro debba ancora essere votata. Anzi, mentre Merkel spiega il Jobs Act è un “passo importante” al Senato c’è chi pur di impedire quel passo lancia libri contro la seconda carica dello Stato, il presidente Pietro Grasso.

A Milano, al vertice informale sul Lavoro, si prova a fare i conti. A Roma si passa dalle monetine ai libri. Renzi, però, un risultato lo porta a casa. Angela Merkel non solo c’è (al contrario di quanto scritto nei giorni scorsi da qualche giornale). Ma iin conferenza stampa fa complimenti e persino scherza sul numero di domande concesse ai giornalisti.

Il tono, però, è serissimo quando si parla di conti. Renzi spiega, e Merkel senza dubbio approva, che anche se il tetto del 3% non gli va giù perché “concepito in un altro mondo”, l’Italia lo rispetterà mettendo in legge di stabilità un tetto al 2.9%.

Resta non risolta quella che Renzi chiama contraddizione. E che non è un dettaglio:

Abbiamo dei vincoli che derivano della situazione di instabilità, vogliamo fare la nostra parte ma se decidiamo di pagare i debiti della Pa, cosa che in Italia si è fatta in un certo ritardo, ci mancano da pagare 3 miliardi di euro per uscire dalla procedura di infrazione. Però se lo facciamo superiamo il 3% e quindi c’è una contraddizione”.

La nota stonata della giornata, a parte quello che succede in Senato e che Renzi definisce “sceneggiata”, viene dal Fondo Monetario Internazionale che usa un eufemismo per dire che le cose vanno male e non sono destinate ad andare meglio. “L’Italia ha un futuro non radioso” spiega Fmi. Che lancia un messaggio alla Ue: “Fate sforare i conti a chi fa le riforme”.

Crescita, lavoro e investimenti, “l’Europa è arida se pensa solo ai vincoli”: alla Conferenza europea sul Lavoro di Milano il mantra è questo. Lo ribadiscono il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, e il presidente francese, Francois Hollande, entrambi osservati speciali da Bruxelles.

“Senza crescita non c’è lavoro, senza lavoro non c’è dignità e senza dignità non c’è Europa: tornare a porre l’attenzione sulla crescita significa chiedere all’Europa di tornare ad essere se stessa. Un‘azienda che non investe è finita. Un Paese che non cambia è morto. Un’Europa che pensa solo ai vincoli è arida. Se trasformiamo l’Europa in una commissione che fa gli esami e fa le pulci ai Paesi membri, ai governi liberamente eletti, forse stiamo rispettando le regole della burocrazia, ma certo stiamo uccidendo la speranza della politica”,

ha detto Renzi. Mentre lui parlava a Roma il governo poneva la fiducia sul Jobs Act, che a Milano si è guadagnato lodi bipartisan: sia dal presidente del Parlamento europeo, il socialista Martin Schulz, sia dal presidente del Consiglio europeo, il conservatore Herman van Rompuy, fino al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. Stesso sostegno alla legge sul lavoro anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel: 

“Sul fronte dell’occupazione si devono eliminare le barriere presenti nel mercato del lavoro e l’Italia sta cercando di farlo con il Jobs act sta facendo un passo importante da questo punto di vista”.

Il premier italiano non ha fatto mancare una stoccata alla querelle austerity-crescita:

“Il dibattito tra austerity e crescita, così come lo stiamo facendo non solo sui giornali ma anche nei corridoi di Bruxelles tra tecnici e funzionari, rischia di uccidere la prima vittima: il buon senso. L’Italia sarà credibile nella sua volontà di riforme solo se porterà a casa quelle che ha promesso da trent’anni e messo in cantiere negli ultimi sei mesi”.

Stessi concetti ribaditi anche dal presidente francese Hollande:

“La crescita e la creazione di posti di lavoro sono la priorità di tutti gli europei, siamo tutti coinvolti. Occorre insistere con il piano di investimenti europeo” e “regolare meglio il ritmo delle politiche di bilancio”.

Degli investimenti ha parlato anche il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz:

“Non può esserci alcun aggiustamento di bilancio se non si sostiene la crescita. Per sostenere la crescita occorre un piano di investimenti pubblici e privati. Spero che siano usati i 6 miliardi disponibili per il fondo dell’occupazione giovanile”.

Schulz non ha mancato di complimentarsi con il governo italiano (il cui principale partito, il Pd, è, con il suo 40,8% delle ultime europee, il pilastro del Pse):

“Il governo italiano è fantastico, sta facendo il massimo per mobilitare gli investimenti e io sostengo il governo italiano in questo. Non metteremo a posto i bilanci pubblici senza crescita, pertanto stimolare la crescita attraverso investimenti pubblici e privati è la soluzione. Non avremo mai bilanci sostenibili se non c’è la crescita e migliori entrate, fare solo tagli non ha senso. Abbiamo certo bisogno di una gestione sostenibile del debito sovrano. Quello che si tiene oggi a Milano ‘non è un summit sul 3% ma sul lavoro e sulla crescita. Non ci possono essere conti pubblici sicuri senza crescita e lavoro”.

Nel frattempo a Milano il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha annunciato possibili occupazioni nelle fabbriche in caso di approvazione del Jobs Act, mentre al corteo che ha preceduto l’intervento di Landini ci sono stati tafferugli e scontri, ma senza feriti.