Mutui, bollette, rc auto, conti corrente: risparmi da 465 € a famiglia

Pubblicato il 21 Gennaio 2012 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Con il pacchetto liberalizzazioni i vantaggi per i consumatori ci saranno in termini di risparmi, anche se di molto inferiori a quelli previsti. Secondo delle stime si arriverà a risparmiare circa 465 euro a famiglia all’anno. Risparmi ridotti perché il governo Monti non ha voluto “osare” troppo: i farmaci a pagamento di fascia C restano saldamente nelle mani delle farmacie da sempre restie a praticare sconti, saltano i “saldi liberi” nei negozi, i gestori di pompe di benzina potranno fare meno sconti perché avranno meno libertà del previsto di acquistare carburante senza vincoli di marca, non c’è più l’estensione del campo di applicazione della class action e gli agenti assicurativi non sono più obbligati a offrire polizze di più compagnie, dando così l’opportunità al cliente di risparmiare.

Resta però la possibilità di ottenere sconti in farmacia su tutti i medicinali, scompaiono le “tariffe minime” di avvocati, medici e professionisti vari che avranno anche l’obbligo di presentare un preventivo al cliente, le assicurazioni dovranno abbassare la polizza a chi mette la scatola nera sulla propria auto, le edicole potranno praticare sconti su tutta la merce venduta e rifiutare supplementi e prodotti aggiuntivi vari forniti da editori e distributori. Ferma restando la possibilità di vendere “qualsiasi altro prodotto”. In più arrivano i conti correnti “base” con bancomat e una serie di servizi minimi gratuiti; quando si stipula un mutuo la banca non potrà imporre solo una polizza assicurativa ma dovrà lasciare la scelta tra almeno due compagnie.

Per la Cgia i settori interessati dalle liberalizzazioni incidono per il 15% della spesa media di una famiglia, circa 4500 euro, e il Casper (cartello di associazioni dei consumatori) ha già fatto i conti: il decreto sulle liberalizzazioni nella versione finale vale 465 euro di risparmi a famiglia, contro i 900 della versione di partenza. Vediamo nel dettaglio i vantaggi voce per voce:

Prezzi dell’energia: mercato più “aperto”. Ci saranno risparmi per i clienti “vulnerabili”, ovvero quelli propensi a cambiare compagnia di erogazione. Per il resto la discesa “europea” dei prezzi italiani di luce, gas e benzina non sarà né semplice ne tantomeno veloce. La strada è stata imboccata, puntando l’indice sui problemi strutturali che impongono i sovrapprezzi ai consumatori finali, famiglie e imprese.

Benzina: con più self-service possibili ribassi. I vantaggi per i consumatori sono possibili ma ancora tutti da dimostrare. Aumentare i self-service (non solo) fuori città e dare la possibilità ai gestori proprietari di approvvigionarsi per metà dello stock sul mercato, sono misure positive, ma forse non del tutto sufficienti se il prezzo del litro è composto ancora per quasi il 70% da accise ed Iva. L’effetto del decreto potrà stimolare la diffusione delle cosidette “pompe bianche” ma probabilmente in misura minore rispetto alla prima bozza del decreto, fortemente contestata dall’Unione petrolifera. Ci vorranno al massimo un paio d’anni per capire i benefici di questa riforma sugli utenti.

Via le tariffe minime per i professionisti e preventivi obbligatori. L’obbligo di pattuire i compensi e di stilare un preventivo scritto – che il cliente può confrontare tra una pluralità di proposte analoghe – consentirà al cliente di selezionare e scegliere il professionista confrontando in maniera oggettiva il rapporto qualità/prezzo.

La stesura del compenso scritto dovrebbe garantire massima trasparenza e diminuire il contenzioso per onorari non pagati. L’aumento delle sedi notarili dovrebbe garantire un servizio più capillare e un’offerta differenziata anche per quanto riguarda le parcelle.

Dal 2015 le nuove leve potrebbero rappresentare un terzo dei notai. L’alta percentuale dei giovani ha conseguenze anche per i consumatori perché chi inizia una professione ha interesse a limitare i compensi per affermarsi sul mercato.

Farmacie: prezzi più bassi. Per i cittadini il decreto offre nuove chance in termini di potenziali risparmi, accesso al servizio, maggiore consapevolezza. L’aumento del numero di farmacie (il cui vero numero è tutto da stabilire) renderà il servizio sempre più a portata di mano, così come la prevista liberalizzazione di orari e turni. Gli sconti sui farmaci A, se pagati direttamente dai cittadini, consentiranno risparmi peraltro tutti da verificare alla prova dei fatti. Infine, l’obbligo di indicare in ricetta l’esistenza di un farmaco generico (o equivalente) a minor prezzo dovrebbe consentire agli assititi di risparmiare ancora rispetto ai listini dei più costosi farmaci “griffati”.

Rc auto meno cara con la scatola nera. Combattendo le frodi sui risarcimenti danni Rc auto si mira a ridurre in modo significativo l’impatto negativo che queste hanno sui conti delle compagnie assicurative. L’auspicio del governo è che il miglioramento induca quest’ultime a garantire vantaggi per i clienti “virtuosi” e più in generale a ridurre il livello elevato delle tariffe italiane.

Costi ridotti per conti correnti e bancomat. Ci sarà la riduzione verso lo zero dei costi dei conti di base, la concertazione sulle commissioni applicare ai prelievi di contante da circuiti diversi da quelli della propria banca è ancora un obiettivo, ma il decreto stabilisce l’intervento del governo in caso di inadempimento prolungato da parte degli istituti di credito. Diversa invece è la valutazione per quanto riguarda l’unbundling, cioé la separazione tra la vendita dei mutui e quella della polizze assicurative associate. Il testo concede al cliente dei mutui una doppia scelta, tra una polizza “della casa” e quella di un’altra società: è sempre meglio di niente, ma la limitazione lascia spazi aperti a possibili “scambi” tra gruppi concorrenti. Inoltre si parla solo di polizze Vita e non di prodotti più complessi, come le Credit protection insurance o le Payment protection insurance, largamente diffuse e redditive per le banche.

Sui taxi licenze part-time, vantaggi per i consumatori. Dalla deregulation dovrebbero derivare una serie di vantaggi per i consumatori. L’aumento del numero delle licenze dovrebbe facilitare il consumatore a caccia in alcuni orari di taxi fantasma, o vittima di lunghe code, soprattutto nei punti nevralgici della città.

Una maggiore flessibilità negli orari di lavoro dei tassisti, poi, potrebbe favorire anche i clienti, visto che comunque il provvedimento prevede che ci sia in ogni caso l’obbligo di garantire un servizio minimo in ciascuna ora del giorno. Le tariffe più flessibili, poi, con una maggiore concorrenza, potrebbero diventare lo strumento per avere più clienti e, dunque, abbassare il costo della corsa.

Nel provvedimento è anche prevista una spinta a sviluppare nuovi servizi integrativi, come per esempio il taxi ad uso collettivo. Una misura che potrebbe favorire il consumatore in itinerari verso stazioni e aeroporti.

Resta invece un miraggio quello dei saldi tutto l’anno. La libertà di praticare sconti prevista nella prima bozza sembra essere stata sostituita con la più soft «liberalizzazione di alcune modalità di promozione», che però qualche sconto in più fuori dalle canoniche stagioni dei saldi dovrebbe garantirlo. Resta la libertà praticamente totale di orario e dei turni di chiusura dei negozi, che fa felici i patiti dello shopping, meno i commercianti che denunciano il pericolo di chiusura dei piccoli esercizi.