“Care Regioni, qui non c’è trippa per gatti”. Il governo chiude la porta, anzi la “sbatte in faccia” ai governatori che chiedevano correttivi alla manovra, o almeno un confronto con il presidente del Consiglio. Il relatore della manovra, Antonio Azzollini, lo ha detto chiaro e tondo: “Per le Regioni non cambia niente”. Dopo qualche ora, il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto ha annunciato che lui e Tremonti incontreranno i rappresentanti delle Regioni l’8 luglio, ma la proposta non è piaciuta al presidente della Conferenza delle Regioni Errani, secondo cui “non risolve i problemi” ed è un’altra cosa “rispetto ad un incontro col premier”. Il voto finale del provvedimento in Senato è stato fissato per il 14 luglio.
Cosa faranno adesso i governatori “ribelli”? Sia quelli eletti dal centrodestra che quelli eletti dal centrosinistra hanno formato un “coro” di lamentele per i tagli che i loro enti subiranno se il testo della manovra dovesse essere approvata così com’è. Per questo da più giorni stanno chiedendo “udienza” a Berlusconi, ma ogni richiesta di incontro è finora caduta nel vuoto. Errani e Chiamparino (rispettivamente presidente della Conferenza delle Regioni e dell’Anci, l’associazione che riunisce i sindaci) hanno parlato di comportamento “grave e irresponsabile” da parte del governo.
I governatori di centrodestra avevano sperato fino all’ultimo nell’intervento di “papà Silvio”, sperando che vestisse i panni del “genitore buono” per contrapporsi alla “mamma cattiva” Tremonti. Il ministro dell’Economia, infatti, ha rifiutato da subito qualsiasi tipo di dialogo con le Regioni, e Formigoni (presidente della Regione Lombardia) lo ha detto pubblicamente: “Ci ha chiuso la porta in faccia, spero che a questo punto intervenga Berlusconi”. Anche Zaia (Veneto) e Polverini (Lazio) avevano sperato fino all’ultimo che il premier concedesse almeno un faccia a faccia. E alla fine Fitto e Tremonti hanno accordato l’incontro.
Errani aveva anche ironizzato sulla scarsa disponibilità al confronto mostrata dal governo: “Vuol dire che chiederò a Emma di darmi una mano”. Il riferimento era alla Marcegaglia, visto che le richieste degli industriali relative alla manovra erano state prontamente esaudite dal governo.
Errani ha anche spiegato che “in questa manovra l’amministrazione centrale si taglia per l’1,2% e taglia alle Regioni il 14%”. I governatori hanno lamentato che i tagli agli enti locali avranno ripercussioni negative sui servizi forniti ai cittadini.
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