Lo Stato toglie e non dà niente in cambio: perciò la manovra non piace ai cittadini

Pubblicato il 17 Agosto 2011 - 13:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La manovra varata dal governo per tentare di arginare il debito pubblico va contro i cittadini perché dà l’idea di uno Stato che chiede ai contribuenti, senza dare niente in cambio. E’ questa l’opinione espressa da Davide Giacalone su Libero.

Giacalone ha scritto che sono tre le cose che indispettiscono maggiormente i cittadini: la raffigurazione sbagliata dei contribuenti, la falsa matrice solidale delle imposte, l’assenza di una politica che cerchi di reperire fondi in modo alternativo rispetto alla tassazione. Queste le “tre cose che indispettiscono” Giacalone:

“La prima è la fotografia fiscale dei redditi e dei patrimoni: falsa. Ciò lo si deve al fatto che la propensione all’evasione fiscale è alta, il che non depone a favore delle qualità civiche dei cittadini. Da noi paga tutto solo chi non può evadere, più qualche fesso che s’ostina ad essere onesto (con sé stesso). Ma è anche colpa di governi che non hanno saputo far altro che lanciare gran proclami contro l’evasio – ne fiscale, incattivirsi con ingiunzioni che sfociano in contenziosi infruttiferi (ma per il contribuente dolorosi), per poi varare condoni”.

“La seconda cosa che dà sui nervi è la retorica classista e buonista, che mescolate assieme sono l’essenza del cattocomunismo. Le tasse non sono mai “contributi di solidarietà”, perché vengono imposte anche a chi è contrario. I ricchi non sono quelli che guadagnano 90 o 150 mila euro l’anno, ma quelli che guadagnano dieci volte tanto e lo nascondono. Il fatto che a tale matrice culturale s’allinei il centro destra, ufficialmente nato per far valere l’opposto, dimostra la sconfitta di chi non è stato capace d’opporre nulla al ritorno del sempre uguale”.

“La terza è la sostanza del problema: pensare alla sola tassazione è di per sé un errore, perché non è mancato il tempo per tagliare la spesa e ridurre il patrimonio pubblico. E non sarebbe stato impopolare, se una classe dirigente degna di questo nome ne avesse saputo spiegare i benefici generali. Siamo ancora in tempo. Quel che scarseggia sono le idee e la lucidità”.