Nomura: a Genova l’inchiesta sui derivati

GENOVA – Sono stati trasferiti a Genova, per competenza territoriale, gli atti dell’inchiesta sui derivati che la banca giapponese Nomura ha confezionato per la Regione Liguria nel 2006. Starà adesso al sostituto procuratore Massimo Terrile portare a termine il lavoro svolto dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo con il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano, che negli ultimi tre anni hanno aperto una serie di procedimenti sull’utilizzo di derivati in possibili abusi o truffe a danno di enti territoriali. Sia Comuni, come Milano, che Regioni, come Lombardia, Calabria, Sicilia. E per l’appunto Liguria.

L’inchiesta ligure riguarda indebiti guadagni nell’emissione obbligazionaria da 200 milioni di euro conclusa nel giugno 2006 dalla Regione con Nomura International, la sussidiaria dell’istituto nipponico che da Londra serve il settore pubblico italiano.

Il primo a denunciare pubblicamente delle anomalie in quell’operazione era stato proprio il nostro giornale in un articolo del 6 aprile 2007 che rendeva note le accuse fatte da un ex dirigente della banca giapponese, l’italiano Piero Burragato, nel corso di una causa presso il tribunale del lavoro di Londra.

Quell’articolo citava una lettera inviata pochi mesi prima dallo stesso Burragato al presidente della Regione Claudio Burlando e all’allora assessore al bilancio Giovanni Battista Pittaluga con cui erano stati informati dei suoi sospetti. E cioè che Nomura avesse registrato e messo a conto economico profitti altissimi – attorno ai 20 milioni di euro – attribuibili al fatto che l’accordo portava la Regione a farsi potenzialmente carico di un rischio molto più elevato del normale. E di quanto fosse consapevole.

A Il Sole 24 Ore, Nomura ha dichiarato di essere “consapevole della cosa e disponibile a cooperare se contattata dalle Autorità”. Sarà adesso il pm Terrile a stabilire se sia trattato di un errore. Oppure di una truffa.

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