Pensione a 62 anni a prescindere da tutto: sindacati vogliono tornare a prima della Fornero Pensione a 62 anni a prescindere da tutto: sindacati vogliono tornare a prima della Fornero

Pensione a 62 anni a prescindere da tutto: sindacati vogliono tornare a prima della Fornero

Pensione a 62 anni a prescindere da tutto. I sindacati vogliono superare la legge Fornero, tornando a prima della Fornero. In pensione da 62 anni o con 41 anni di contributi. Sostanzialmente come accadeva prima.

Cgil, Cisl e Uil, in una iniziativa unitaria con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, chiedono di “cambiare le pensioni adesso”. E rilanciano una serie di proposte per intervenire sul sistema, evitare “lo scalone” a 67 anni, dare prospettive previdenziali “dignitose” a giovani e donne.

Intanto si lavora alla riforma degli ammortizzatori sociali con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il quale ha delineato alle parti sociali il sentiero verso un sistema sì universale, ma con regole diverse a seconda dei settori e del numero di dipendenti delle aziende.

Tutti i dipendenti avranno un ammortizzatore sociale in costanza di rapporto di lavoro e tutti dovranno pagare un contributo ma quest’ultimo sarà diverso a seconda del numero dei lavoratori e del settore. Si ragiona anche su un superfondo per le situazioni di emergenza intersettoriale ma non è ancora chiaro come sarà finanziato. Al momento non è stato presentato alle parti sociali un testo. Ma il Governo vorrebbe chiudere la riforma a breve per partire con il nuovo sistema da luglio.

Pensione a 62 anni: i sindacati vogliono evitare di tornare alla legge Fornero dopo quota 100

Sulla previdenza – afferma Sbarra – “pensare che dopo la fine di Quota 100” (andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi), la cui sperimentazione triennale scade a fine anno, “si possa tornare senza colpo ferire al modello Monti-Fornero con un salto anagrafico che per molti sarebbe di 5 anni significa non essere sintonizzati sulla realtà del Paese, sulla vita reale delle persone”.

A dieci anni da quella legge, che “più che una riforma è stata un taglio drastico chiesto dall’Europa”, sostiene Landini, serve “una vera riforma, complessiva, del sistema pensionistico”. Un intervento con cui coniugare la “sostenibilità economica e sociale”, sottolinea Bombardieri.

E per i sindacati è “sostenibile” introdurre una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi. A prescindere dall’età. Una via per consentire a più persone di accedere prima alla pensione, che non è “un lusso, ma un giusto riconoscimento economico dopo una vita di lavoro”, rimarca Sbarra.

Pensioni: il rischio che i giovani vadano le prendano tardi e con importi bassi

Anche perché il rischio è che i giovani debbano aspettare ancora di più per raggiungerla o fare i conti con assegni bassi, perché entrati tardi nel mercato del lavoro o spesso con carriere discontinue. “Se non si modifica la legge Fornero, progressivamente l’età media” salirà e i giovani “rischiano di andare in pensione a 70 anni”.

Pensione di garanzia, giovani, donne, lavori usuranti

Aumenta infatti l’età minima a causa dell’incremento della speranza di vita. Ma cresce anche perché per l’uscita è necessario avere l’importo della pensione pari ad almeno 1,5 volte il trattamento minimo. Di qui la richiesta di prevedere per loro una pensione di garanzia, tenendo conto dei periodi di lavoro e di periodi “qualificanti”, come formazione e disoccupazione involontaria.

Tra le richieste anche quella di riconoscere la diversa gravosità dei lavori e il lavoro di cura delle donne. Per loro chiedono anche di riconoscere 12 mesi per figlio per anticipare l’età della pensione oppure, a scelta della lavoratrice, per incrementare il coefficiente di calcolo.

Attenzione inoltre per chi svolge lavori gravosi e usuranti. Sul tavolo anche l’allargamento dell’Ape sociale e la proroga di Opzione donna. Tra le proposte non manca quella di sostenere il reddito dei pensionati ed estendere la 14esima e di rilanciare la previdenza complementare attraverso un semestre di silenzio-assenso.

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