Redditometro, cambia tutto: Fisco più tollerante e doppio contraddittorio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2013 - 17:08 OLTRE 6 MESI FA
Redditometro, cambia tutto: Fisco più tollerante e doppio contraddittorio

(Foto Lapresse)

ROMA – Redditometro, cambia tutto: l‘Agenzia delle Entrate ha diffuso le nuove istruzioni per cercare gli evasori fiscali in base ai redditi dichiarati dal 2009 in poi. Tra le novità, c’è una tolleranza del 20% tra le spese e il dichiarato, un ‘‘doppio contraddittorio” con il contribuente e l’uso solo di spese e dati certi senza tener conto delle medie Istat. Non solo: il nuovo redditometro non applicherà più coefficienti alle singole voci, ma la spesa nel suo ammontare.

Nel nuovo redditometro, sottolinea l’Agenzia delle Entrate, l’attenzione sarà puntata ”sugli scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata, ma solo se il gap è di almeno il 20%”. Nella selezione dei contribuenti a maggior rischio di evasione, l’Amministrazione finanziaria prenderà in considerazione solo spese e dati certi (quelli, cioè, presenti in Anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi) e non terrà conto delle spese medie Istat, che, pertanto, non verranno prese in considerazione nel calcolo dello scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito.

Si prevede poi un ”doppio” contraddittorio tra fisco e contribuenti, che potranno fin dal primo incontro dimostrare che le spese sostenute sono state finanziate con redditi che l’Agenzia non conosce perché tassati alla fonte o esclusi dalla base imponibile. Se le indicazioni sono esaustive, l’attività di controllo si chiude qui. In caso contrario, il contraddittorio prosegue e vengono valutate anche le spese per beni di uso corrente, calcolate sulla base delle medie Istat.

I contribuenti che verranno esaminati saranno solo quelli per i quali è emerso un significativo scostamento tra reddito dichiarato e spese sostenute che rientrano tra le ”spese certe” (presenti nell’Anagrafe tributaria o indicate dal contribuente stesso in dichiarazione dei redditi) e le ”spese per elementi certi” (le spese per mantenere i beni presenti in Anagrafe, come la casa e i mezzi di trasporto). Questo permette di incentrare il contraddittorio su dati certi e situazioni di fatto oggettivamente riscontrabili, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’incidenza delle presunzioni.

Diverse le prove che il contribuente può fornire al fisco. Innanzitutto le prove certe e dirette che le spese certe sono state finanziate, ad esempio, con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta. Poi la concreta disponibilità di un bene di cui l’Amministrazione possiede tutte le informazioni relative alle specifiche caratteristiche tecniche (ampiezza, categoria catastale, potenza, dimensioni, ecc.) a cui sono direttamente riconducibili le spese di mantenimento. Per questa tipologia di spesa, il contribuente, oltre a dimostrare l’eventuale inesattezza delle informazioni contenute nell’invito, potrà dare evidenza di fatti, situazioni e circostanze, da cui si possa riscontrare l’inesattezza relativa alla ricostruzione della spesa, o la diversa imputazione della spesa (ad esempio, nel caso di spese di utilizzo e manutenzione per un’automobile di proprietà, può provare il sequestro temporaneo del mezzo di trasporto). Infine, per quanto riguarda le spese medie Istat, che assumono rilevanza solo se il contribuente non fornisce chiarimenti in relazione alle prime due tipologie di spesa, l’Amministrazione terrà in considerazione anche le argomentazioni logiche sostenute dal contribuente.