Rent to buy, comprare casa pagando l’affitto: ecco come funziona

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA
Rent to buy, comprare casa pagando l’affitto: ecco come funziona

Rent to buy, comprare casa pagando l’affitto: ecco come funziona (Repubblica)

ROMA – Si chiama “rent to buy“, affittare per comprare, ed è uno dei contratti di vendita alternativi coi quali il mercato immobiliare tenta di reagire alla crisi del settore. Scrive Caterina Pasolini su Repubblica che nel 2013 (fonte Soloaffitti.it) i contratti alternativi sono cresciuti del 300%.

Sono tagliati “su misura” di chi vuole comprare ma non ha i soldi o si vede negare il mutuo dalla banca, e di chi vuol riuscire a vendere in un momento difficile.

Il “rent to buy” funziona così: il compratore al momento dell’acquisto versa un anticipo che va dal 6% all’8% del valore dell’immobile. Poi – per un periodo che va da 2 a 4 anni – diventa affittuario. Oltre al canone d’affitto versa in media un 14% in più: funziona come una rata. L’importo versato ogni mese dal compratore-affittuario verrà detratto dal prezzo finale della casa.

Alla scadenza del periodo “rent” scatta il “buy”: l’affittuario diventa compratore pagando la differenza fra il canone mensile versato e il resto del prezzo totale. Può farlo anche accendendo un mutuo che, per una cifra divenuta molto inferiore, è più abbordabile.

Nel caso invece che l’affittuario non voglia o non possa più acquistare la casa, il contratto prevede una penale pari a 4/6 rate d’affitto.

La convenienza, per il venditore, è non solo quella di trovare un acquirente in tempi di crisi ma anche quella di incassare – subito e per qualche anno – un affitto.

Per chi compra, oltre a realizzare il sogno – reso impossibile dai contratti precari e dalle banche che negano i mutui – di avere una casa, la convenienza è nel fatto che le spese legate alla proprietà sono a carico del venditore fino all’ultima rata dell’affitto.

Sono i fattori che hanno fatto la fortuna del contratto “rent to buy”, scelto nel 63% dei casi direttamente dalle imprese di costruzioni, nel 25% da privati e nel 12% dai multiproprietari.