Riforma del lavoro, il conto alle imprese: contributivi su di 1 miliardo

Pubblicato il 7 Aprile 2012 - 10:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La riforma del mercato del lavoro presenta il conto alle imprese: dal 2013 un aumento di un miliardo e crescerà fino a poco più di un 1,6 miliardi l’anno per il triennio successivo. A regime nel 2021 arriverà a toccare quota 1,88 miliardi. È quanto emerge dalla relazione tecnica al disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro trasmesso dal Governo giovedì scorso alle Camere. Ai maggiori oneri contributivi, inoltre, le imprese dovranno sommare l’aumento del carico fiscale, in termini di Ires, Irpef e Irap, previsto con la rimodulazione delle soglie di deducibilità dei costi sostenuti sia per le auto concesse in uso promiscuo ai dipendenti sia per quelle strumentali all’attività di impresa, arti o professioni.

Come spiega il Sole 24 Ore, l’aumento dei contributi, al netto dell’effetto fiscale, contribuirà a finanziare la revisione degli ammortizzatori sociali. Revisione che, secondo le stime messe a punto dalla Ragioneria generale dello Stato, costerà in termini di prestazioni erogate oltre 2,2 miliardi nel 2013, che diventeranno 2,7 se si sommano i 569 milioni di spesa legata alla contribuzione figurativa.

Così i maggiori oneri contributivi dovranno assicurare alle casse dello Stato non meno di 854 milioni. Di questi, 611 milioni l’Esecutivo se li aspetta dall’applicazione delle nuove aliquote introdotte dalla riforma sotto la voce Aspi(Assicurazione sociale per l’impiego): 1,31% per tutti i lavoratori a tempo indeterminato cui si aggiunge l’addizionale dell’1,4% per i lavoratori che non sono a tempo indeterminato. I restanti 243 milioni arriveranno dal finanziamento chiesto ai datori di lavoro come contributo di ingresso e dal potenziamento dal 2017 del fondo per i licenziamenti collettivi (senza accordi sindacali).

Ma i nuovi costi per le imprese non finiscono qui. Un’altra quota di risorse per coprire la riforma arriva dall’aumento graduale negli anni di un punto percentuale dell’aliquota contributiva per i soggetti iscritti alla gestione separata. Ulteriori oneri contributivi che, per due terzi, sono a carico dell’impresa e per un terzo a carico del lavoratore. Il primo aumento del 2013, sempre al netto degli effetti fiscali, dovrà garantire 280 milioni