Roma “caput imposte”, paga il doppio delle tasse locali (918 euro contro 487)

Roma "spendi e tassa" stanga il doppio della media (918 euro contro 487)
Roma “spendi e tassa” stanga il doppio della media (nella foto il sindaco Marino e l’assessore Morgante)

ROMA – Roma “spendi e tassa” stanga il doppio della media (918 euro contro 487). Mentre imperversa in Campidoglio tra il sindaco Ignazio Marino e la sua maggioranza la battaglia sui tempi per la definizione del bilancio (subito dice Marino, dopo le Europee dice il Pd) e sulla linea del rigore dell’assessore Morgante che vuole tagliare l’Irpef e tagli consistenti alle municipalizzate e agli stipendi dei manager (per ora bloccati), Roma può vantare il poco onorevole primato di capitale delle tasse.

Se in media un contribuente italiano paga 487 euro annui di tasse locali, tra addizionali Irpef comunale, Tasi e Tari, il contribuente romano è stangato il doppio, 918 euro. Il quotidiano romano Il Messaggero (sulla scorta dei dati forniti dalla Confcommercio) elenca i termini del salasso nei confronti del contribuente-tipo capitolino.

197 euro versati per onorare l’aliquota Irpef comunale dello 0,9 per cento; i 412 euro (in due rate) dovuti per la Tasi (tassa sui servizi indivisibili) nel caso in cui sia proprietario di una prima abitazione con una rendita catastale di 1.000 euro; e i 309 euro che dovrebbe versare in media per le rate Tari (la tassa sui rifiuti). (Michele Di Branco, Il Messaggero)

Tutti contro Daniela Morgante, che non vuole alzare le tasse. Del resto, la linea della “cattiva” Daniela Morgante, l’assessore al Bilancio, l’unica che dice no alla politica del “tassa e spendi”, è finita in minoranza e ha sempre più di un piede fuori dalla Giunta (anche se i democratici renziani cominciano a trovare stravagante non appoggiarla). Oggi (16 aprile) alla convocazione della cabina di regia (una sorta di commissariamento del Bilancio) per risolvere  la questione della manovra, Morgante non ha partecipato. Morgante è descritta come autoritaria e poco collaborativa, anche Marino l’avrebbe scaricata. Forse perché a nessuno della maggioranza che (lealmente?) lo sostiene non piaceva il piano anticipato alla stampa

Una manovra da 6,7 miliardi, con quasi 400 milioni di tagli ed un “tesoretto” da 130 milioni utili a scongiurare l’aumento della Tasi e ad abbassare dello 0,25 l’Irpef, “quantomeno sulle categorie con maggiore difficoltà”.

La politica “spendi e tassa”. Dei 400 milioni di tagli ai dipartimenti gliene hanno concessi 270. L’addizionale Irpef frattanto è volata allo 0,9%. Sono previsti 50 milioni di maggiori entrate dall’aumento delle tariffe (ma i servizi restano gli stessi). 10 milioni dall’incremento dei ricavi della Cosap (tassa occupazione suolo pubblico, da cui ci si poteva attendere di più), 40 milioni dall’aumento della tassa di soggiorno (6 euro negli alberghi di lusso, tre negli altri). Poi aumenteranno i parcheggi. “Spendi e tassa”, dunque, un salasso annunciato per il cittadino romano. Prendiamo uno che guadagni 15 mila euro annui (mezzo milioni di romani sotto questa soglia) e uno che ne guadagna 28 mila.

Pagherà 135 euro di Irpef locale. E tra Tasi e Tari dovrà aggiungere altri 450 euro. Totale: 585 euro. La progressività che caratterizza il meccanismo di prelievo Irpef produrrà effetti molto pesanti con il crescere del reddito. Con un reddito di 28 mila euro, si pagheranno 252 euro di Irpef locale. Cui vanno aggiunti non meno di 800 euro tra Tasi e Tari in quanto, secondo i numeri dell’Agenzia del Territorio, intorno a 30 mila euro di reddito la rendita catastale si aggira sui 1.200 euro. (Michele Di Branco, Il Messaggero)

 

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