Tirrenia verso due giorni di sciopero, pressing sul commissario straordinario: ‘No allo spezzatino della società’

Pubblicato il 25 Agosto 2010 - 21:53 OLTRE 6 MESI FA

E’ pressing sull’amministratore straordinario di Tirrenia, Giancarlo D’Andrea, contro l’ipotesi spezzatino della società di navigazione. Che si avvia verso due giorni di stop per lo sciopero proclamato da Uiltrasporti, Orsa e Federmar Cisal, minacciando di lasciare a terra fra 15mila e 20mila turisti che hanno un biglietto per il rientro a casa.

Anche se circa 300 marittimi di 4 traghetti che collegano Genova e Porto Torres e Olbia e Civitavecchia hanno scritto al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, per assicurare che garantiranno il sevizio, sperando che nell’incontro del 6 settembre tra sindacati e governo ”si prenda una decisione seria” nei loro riguardi altrimenti, dicono, ”ci faremo sentire”. Contro lo sciopero il presidente della Sardegna, Ugo Cappellacci, che chiede ”l’applicazione rigorosa delle norme” fino alla precettazione, per non pregiudicare la liberta’ di circolazione di sardi e turisti. Resta ancora incerto, dunque, il futuro di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia ribadisce che la soluzione per Tirrenia e’ la stessa fatta per Alitalia: mettendo ”gli asset positivi da una parte e le difficolta’ e i debiti dall’altra”.

Una soluzione temuta dai sindacati. E da parlamentari sardi del Pd, che hanno chiesto al Governo di riferire in Parlamento prima del 6 settembre. La Uiltrasporti chiede al governo di dare ”per tempo” – convocando i sindacati anche di sabato o domenica, ma prima dello sciopero – ”le garanzie richieste dai lavoratori”. E, prima del 6 settembre, il segretario generale della Fit Cisl Claudio Claudiani ritiene ”indispensabile che il Governo garantisca la proroga della convenzione tra Stato e Tirrenia e i trasferimenti finanziari relativi ai servizi marittimi di continuita’ territoriale con le isole”. Questo, spiega, per ”sgombrare il campo dal sospetto su possibili frammentazioni” di Tirrenia. Contro lo ‘spezzatino’ è anche Mediterranea Holding, la cordata guidata dalla Regione Sicilia (36%), il cui governatore Raffaele Lombardo ha detto oggi che non sottoscrivera’ l’aumento di capitale (all’assemblea del 31 agosto) e che cedera’ le proprie quote ai soci ”a prezzo di costo”.

Contro l’ipotesi spezzatino Lombardo ha aggiunto che alcuni ”lavoratori stanno investendo parte del loro tfr per partecipare all’operazione”. Ma il coinvolgimento dei lavoratori ”e’ un escamotage che puo’ produrre solo danni a soggetti deboli e colpiti dalla crisi” di Tirrenia, dice Roberto Panella, segretario nazionale dell’Ugl Trasporti, d’accordo nel coinvolgere i lavoratori ma non quando si offrono ”solo debiti”. Anche il presidente di Mediterranea, Salvatore Lauro (18,6%) ha ribadito il no allo spezzatino e l’intenzione di acquisire Tirrenia e Siremar con una ”compagine allargata di soci” e ”mantenendo inalterati i livelli occupazionali”. Ma la privatizzazione di Tirrenia, secondo il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, ”ha bisogno di iniziative del Governo” e di ”proposte credibili” perché ”chi non si è fatto avanti durante la gara, lasciandola deserta, oggi si propone di acquisirla probabilmente a prezzi stracciati”.