Trichet: “Il problema dell’Italia è la produttività del lavoro, servono riforme”

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 22:56 OLTRE 6 MESI FA

Jean-Claude Trichet

Per il presidente della Bce Jean Claude Trichet bisogna andare avanti così sulle politiche di bilancio, la cui credibilità è premiata anche dai mercati. Ma occorre una svolta, con riforme ”molto decise”, sul mercato del lavoro all’insegna della produttività, per rilanciare una crescita troppo debole.

In un’intervista trasmessa in video su Ansa.it Trichet ha spiegato: ”Nel caso dell’Italia il maggior problema per la crescita, visto dall’esterno, è la produttività del lavoro”. Già, perché ”l’Italia non fa progressi sufficienti in termini di produttività, che è la fonte della crescita. Questo richiede riforme strutturali molto decise e continuative”.

Se la crescita procede al lumicino, sul versante dei conti pubblici la Penisola si è conquistata una maggiore credibilità rispetto a partner europei come Portogallo e Grecia. Un elemento fondamentale, secondo Trichet, mostrato anche dalla Spagna che oggi, assieme all’Italia, ha collocato tutti i titoli di Stato che aveva in programma a tassi d’interesse meno alti di quanto si temesse.

”Non giudico l’andamento dei mercati in tempo reale. Posso solo dire che è necessario che i governi adottino politiche fiscali credibili. Se lo fanno, continueremo a vedere progressi”. L’invito, per tutti i diciassette paesi dell’euro, è comunque a non abbassare la guardia: Abbiamo un messaggio molto chiaro per tutti i paesi senza eccezione. Bisogna dare tutta credibilita’ la credibilità possibile al risanamento fiscale” e ”chiediamo che facciano il lavoro con grande determinazione”.

L’invito al risanamento dei conti va di pari passo con l’allarme-inflazione lanciato oggi da Trichet, che prevede per l’area euro un andamento dei prezzi superiore al 2% per i prossimi mesi, con un calo sotto tale soglia a fine anno ma su cui pesano le incertezze dei costi energetici. In Europa ”Dobbiamo stare all’erta – spiega Trichet – non permetteremo che questo rialzo nel breve si cristallizzi nel medio termine”.

I rischi sono molteplici e riguardano anche fattori esterni come la possibilità di bolle inflazionistiche nei Paesi emergenti come la Cina, che da mesi sta alzando i tassi per impedire che la situazione sfugga dal controllo. In vari Paesi emergenti – riconosce Trichet – comincia ad affacciarsi una ”minaccia inflazionistica” e si tratta di un fenomeno che la Banca centrale europea deve ”prendere in considerazione”.