BERLINO – Un cumulo di coperte isotermiche dorate che simboleggia l’epopea dei migranti. Questa l’opera d’arte esposta 15 giorni fa al museo Philippuskirche a Mannheim, in Germania, che è stata scambiata per immondizia da una donna delle pulizie e gettata nei cassonetti dei rifiuti. Ancora una volta un’installazione di arte moderna finisce così gettata nella spazzatura per un errore di valutazione. A ritrovare l’opera d’arte tra i rifiuti l’artista, Romana Menze-Kuhn, che ha immediatamente constatato l’impossibilità di recuperare integralmente la sua creazione, messa in mostra appena quindici giorni fa.
L’artista ha raccontato ai quotidiani tedeschi che scoprire che la sua opera era stata gettata nei rifiuti è stato uno shock:
“È stato uno shock, non volevo credere che una cosa del genere potesse accadere”.
L’opera rappresenta sculturalmente la fuga di migliaia di persone dalla miseria e dalle violenze. Ma la reazione di Menze-Kuhn, dopo l’iniziale indignazione, è stata decisamente signorile. Valutata l’impossibilità di recuperare la forma originaria, l’artista ha integrato nella sua nuova versione i fogli termici dorati buttati e l’intero cassonetto. L’installazione è aperta ai visitatori almeno fino al 14 febbraio. Sempre che l’involontaria pubblicità ricevuta non richieda un prolungamento dell’esposizione.
Non è d’altronde la prima volta che una ditta delle pulizie rovina un’opera d’arte. Nel 2011 una donna delle pulizie aveva cancellato una macchia al museo di Dortmund, salvo poi scoprire che si trattava di un’installazione di Martin Kippenberg, in prestito al museo Ostwall di Dortmund intitolata ‘Quando inizia a gocciolare il soffitto’. L’opera consisteva in una torre di legno sotto la quale era posizionato, al centro, un secchio con una macchia di calcare bianca. Un’opera irrimediabilmente andata distrutta.
In Italia invece un caso simile si è verificato a Sapri, in provincia di Salerno, nel 2014, quando una ditta ha pulito un vetro sporco. Peccato che si trattasse di un’opera d’arte del giovanissimo street artist spagnolo Gonzalo Borondo, che lo aveva dipinto sul vetro in occasione della manifestazione “Oltre il Muro”. Quando un assessore è arrivato sul posto è riuscito a fermare la ditta ma parte del dipinto era stato ormai definitivamente cancellato.
(Foto Facebook)