Governo Letta, “Non Fare Italia”: su 429 provvedimenti entrati in vigore solo 45

Neanche per decreto il governo Letta riesce a legiferare. Su 429 provvedimenti emanati dal 28 aprile al 30 dicembre 2013, fa notare il Fatto Quotidiano, l’esecutivo di larghe intese è riuscito a farne entrare in vigore solo 45, mentre 58 sono già scaduti. Per combattere l’immobilismo non basta l’abuso dello strumento del decreto legge per scavalcare sistematicamente il Parlamento, che ormai non è luogo di iniziativa legislativa ma solo di discussione su proposte che vengono dal governo. Non basta la formazione di governi (Monti, Letta) di grande coalizione, o “larga intesa”, “d’emergenza”, o di “salvezza nazionale”, con maggioranze bulgare nei numeri e trasversali nella composizione politica.

ROMA – Neanche per decreto il governo Letta riesce a legiferare. Su 429 provvedimenti emanati dal 28 aprile al 30 dicembre 2013, fa notare il Fatto Quotidiano, l’esecutivo di larghe intese è riuscito a farne entrare in vigore solo 45, mentre 58 sono già scaduti.

Per combattere l’immobilismo non basta l’abuso dello strumento del decreto legge per scavalcare sistematicamente il Parlamento, che ormai non è luogo di iniziativa legislativa ma solo di discussione su proposte che vengono dal governo.

Non basta la formazione di governi (Monti, Letta) di grande coalizione, o “larga intesa”, “d’emergenza”, o di “salvezza nazionale”, con maggioranze bulgare nei numeri e trasversali nella composizione politica.

Governo Letta, "Non Fare Italia": su 429 provvedimenti entrati in vigore solo 45
(Fatto Quotidiano)

Scrive Carlo Tecce sul Fatto:

“I decreti ci sono, tanti, ampi e pure con l’etichetta per entusiasmare: “Fare Italia”, “destinazione Italia”. Le intenzioni ci sono e, magia, in pratica non esistono. Perché i ministeri non producono le norme attuative necessarie per applicare le leggi: su 429 provvedimenti previsti soltanto 45 sono in vigore e 58 sono già scaduti, cioè sono carta straccia. La tradizionale scusa, ormai un ritornello, è sempre valida: la burocrazia. Il buco nero con protagonisti più o meno anonimi, fra capi di dipartimento, dirigenti e funzionari, che inghiotte le riforme”.

Fanno notare Antonello Cherchi, Andrea Marini e Marta Paris sul Sole 24 Ore:

“il 23% degli atti da portare a compimento e riferibili alle riforme Monti non è ancora scaduto (per le manovre Letta si tratta del 41%) e una quota del 7% dei regolamenti richiesti dal precedente Governo (l’8% per quello attuale) è eventuale, cioè i ministeri interessati possono anche decidere di non predisporre quegli atti.
Detto questo, la necessità di arrivare in tempi ragionevoli ad approntare i tanti decreti attuativi che ancora mancano c’è tutta. In caso contrario, le riforme resterebbero sospese per sempre a mezz’aria. A ciò si aggiunga che la quantità di norme attuative è destinata inevitabilmente a crescere. Basti pensare, per esempio, che in questi giorni sono stati convertiti in legge i decreti Imu-Bankitalia e sulle misure per la terra dei fuochi. Si tratta, insomma, di una continua rincorsa, che ai ritmi con cui vengono attualmente approntati dai ministeri i decreti attuativi, è destinata a vedere il pareggio allontanarsi”.

Governo Letta, "Non Fare Italia": su 429 provvedimenti entrati in vigore solo 45
(Sole 24 Ore)

Sottolinea Tecce:

“Gli esempi da fare sono 384 come le norme ancora non attuate e le leggi tenute in sospeso o, semplicemente, decadute. La tabella accanto dimostra che l’intero sistema è paralizzato. E ci sono dei ministeri capaci di non emanare neanche una norma. Coesione Territoriale: 0 su 5. Affari Esteri: 0 su 7. Pubblica Amministrazione: 0 su 8. Giustizia: 0 su 10. Salute: 0 su 16. Beni Culturali: 0 su 25. Non male, per chi non vuole galleggiare. Perfetto, per chi vuole affondare”.

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