LONDRA – Stefanie Grant è una ragazza inglese di 25 anni e una blogger. Una grave malformazione al viso le impediva di sorridere e dopo 12 anni di apparecchi, 7 denti estratti e due delicate operazioni ora la ragazza ha un nuovo volto e può sorridere. Dopo un’adolescenza passata senza poter ridere e nello scherno di quei bulli che la definivano uno “scherzo della natura“, ora Stefanie è felice.
Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera riporta la storia di Stefanie raccontata al Daily Mail:
“È la storia di una bambina che a undici anni, a Londra, ha scoperto di avere una malformazione, forse dovuta al parto (con le pinze): sette denti rimossi e un tutore portato fino al 2011, quando la mandibola si era sviluppata del tutto. I medici avevano detto di poter intervenire. Sono stati anni di dolore e di tristezza coatta. Un volto allungato, leggermente spostato a sinistra nella parte inferiore e inalterabile, sentimenti inespressi”.
Nessuna emozione trapelava dal suo viso:
“Un problema persino dormire, mangiare, studiare: «Dolori orribili», ricorda, «la gente che incontravo mi fissava la parte inferiore del viso, storta e immobile: si stupivano che non ridessi mai»”.
Poi nell’agosto 2011 arriva la prima operazione di otto ore:
“una piastra di titanio, le viti, la mascella superiore sospinta in avanti di due millimetri e altrettanto di lato; quella inferiore spostata indietro di nove millimetri. Chi l’avrebbe detto che la felicità può essere una questione di millimetri. A vederla in fotografia, distesa nel suo letto d’ospedale, non sembra la Stefanie di questi giorni: gli occhi semichiusi, la faccia deturpata e tumefatta, la bocca ferma in una tristezza apparentemente senza rimedio. Quattro mesi dopo, in dicembre, un nuovo intervento, per rimuovere le viti. «Mi sono guardata allo specchio la prima volta tre giorni dopo la prima operazione: una palla di bowling»”.
Poi dopo la seconda operazione Stefanie ha ripreso il controllo di quel nuovo volto che non conosceva:
“«Ho dovuto imparare di nuovo a masticare e a parlare». E soprattutto a sorridere”.