Adnkronos, nessun accordo sui licenziamenti: mercoledì 5 marzo sciopero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2014 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA

kronosROMA – AdnKronos ancora in stato di agitazione e giornata di sciopero per mercoledì 5 marzo.  E’ la forma di protesta decisa dall’assemblea dei giornalisti dell’Agenzia Adnkronos e di Mak-Multimedia Adnkronos, riunita martedì nella sede dell’Associazione Stampa Romana, a fronte della proposta avanzata dalla proprietà a oltre un mese dall’avvio della vertenza, con l’annuncio di 23 licenziamenti collettivi.

“L’editore – si legge nel documento votato all’unanimità dai partecipanti all’assemblea, con 4 astenuti e 1 contrario nelle sedi decentrate -, dopo la pausa di riflessione chiesta alla redazione, nell’incontro avvenuto ieri presso la sede della Fieg, non ha ancora annunciato l’unica soluzione possibile: il ritiro della procedura di licenziamenti collettivi e la ricomposizione della vertenza in un quadro di leggi appropriate e norme condivise. L’editore, invece, ha prospettato un percorso che di fatto non cancella i licenziamenti e stravolge sia in sede aziendale che a livello di contrattazione nazionale una serie di istituti e diritti fondamentali per l’esercizio della professione giornalistica”.

“Un percorso, questo – prosegue il documento -, che l’assemblea considera grave e irricevibile, ritenendo l’unica via percorribile quella condotta nell’ambito delle leggi e delle regole della categoria”.

L’assemblea lancia “al nuovo Governo, e in particolare al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Luca Lotti, l’appello a rinnovare all’editore Giuseppe Marra la richiesta già avanzata nelle scorse settimane dal suo predecessore Giovanni Legnini di sospendere qualsiasi procedura di licenziamento e interventi sull’occupazione, in vista del riordino del comparto delle Agenzie di stampa”.

L’assemblea, rinnovando l’appello alle istituzioni, alle forze politiche presenti in Parlamento e ai cdr delle altre testate a mantenere alta l’attenzione sulla vertenza, ribadisce “ancora una volta la propria ferma opposizione di fronte al tentativo dell’editore Giuseppe Marra di creare un pericolosissimo precedente per tutto il comparto dell’editoria italiana”.