ROMA – Il Garante italiano dei consumatori (l’Antitrust) ha punito con una multa rispettivamente di dieci milioni di euro Apple e di cinque milioni Samsung per aver costretto i clienti a scaricare dei software di aggiornamento che in realtà hanno diminuito la vita media degli smartphone. In pratica l’Antitrust ha riconosciuto i due giganti hi-tech colpevoli di aver deliberatamente contribuito a rendere meno efficienti e mal funzionanti apparecchi semi-nuovi che erano stati acquistati a prezzi alti.
Si chiama in linguaggio tecnico “obsolescenza programmata”. Nella motivazione della condanna si legge i firmware (cioè gli aggiornamenti del software) “hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni” degli smartphone, inducendo i consumatori ad acquistarne di nuovi. Per Apple c’è anche l’aggravante di non aver correttamente informato gli utenti sulla deteriorabilità delle pile al litio.
Samsung, secondo l’Antitrust, ha iniziato la pratica scorretta nel 2016 con il modello Note 4, immesso nel mercato nel 2014. I proprietari del Note 4 sono indotti “ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7, senza informare dei gravi malfunzionamenti per il Note 4 dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware”, scrive il Garante.