Concordia. L’azienda dell’Ais smentisce: “Mai criticato la Capitaneria”

Pubblicato il 9 Febbraio 2012 - 20:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’avv. Massimiliano Marsili ha scritto in merito all’articolo di Blitzquotidiano.it, a firma Alessandro Camilli, su un aspetto del naufragio della Costa Concordia che è al centro dell’attenzione della magistratura. L’articolo è intitolato “Anche la Capitaneria era cieca: non funziona super radar da 320 milioni” e, secondo l’avv. Marsili, che scrive “per espresso incarico della Elman S.r.l. [l’azienda che ha realizzato il radar, noto come Ais] e della Dott.ssa Manuela Rondoni”, alla quale sono attribuire dichiarazioni, desunte da altro articolo del quotidiano La Stampa, e che vi è definita responsabile commerciale della Elman, circostanza questa non contestata.

Secondo l’avv. Marsili, l’articolo “si caratterizza infatti per la evidente illiceità ed illegittimità, per le ragioni che si evidenziano qui di seguito”. La prima, che però è un problema nostro e al massimo della Stampa, non della Elman, è che secondo l’avv. Marsili l’artìcolo è “stato pedissequamente e testualmente ripreso dall’articolo […] a firma del giornalista Paolo Colonnello”, che a sua volta “è stato immediatamente contestato, a mezzo di apposita diffida del sottoscritto legale, dalla Elman S.r.l. e dalla Dott.ssa Manuela Rondoni in considerazione del fatto che tutte le affermazioni riferite ai miei assistiti non corrispondono minimamente a quanto espresso dalla Dott.ssa Rondoni nell’interesse della Eiman S.r.l. nel corso di una conversazione telefonica intercorsa in data 19.1 u.s. e qualificata come meramente informale dal giornalista”.

Vecchia regola, mai parlare con i giornalisti informalmente. Prosegue l’avv, Marsili: “In detta conversazione telefonica, la Dott.ssa Rondoni si era infatti limitata a spiegare sommariamente al Dott. Colonnello le caratteristiche del sistema AIS, progettato, realizzato ed installato dalla Elman S.r.l., evidenziando come il sistema (così come altri) fosse astrattamente in grado di far scattare un allarme in caso di eccessivo avvicinamento di una nave ad un isola”. Ancora l’avv. Marsili: “Giammai la Dott.ssa Rondoni affermava invece, relativamente al caso dell’incidente della Costa Concordia, che “se l’AIS fosse stato •utilizzato come doveva, visto che poteva far scattare un allarme per l’eccessivo avvicinamento della nave all’isola, forse l’incidente della Concardia non sarebbe accaduto”., come invece si leggeva nell’articolo apparso su La Stampa e come si legge nell’articolo pubblicato sul Blitz Quotidiano oggetto della presente missiva”.

Scrive l’avv. Marsili: “E’ tuttavia evidente che quanto si legge nell’articolo in virgolettato (tanto nella versione de La Stampa, tanto in quella speculare del Blitz Quotidiano) – come fosse una testuale riproposizione delle parole della Dott.ssa Rondoni – costituisca invece un grave e pretestuoso travisamento di quanto dalla stessa affermato al giornalista Paolo Colonnello, che, si ripete, aveva ad oggetto esclusivamente le astratte modalità di funzionamento del sistema AIS, senza alcuna connessione con il caso di specie della Costa Concordia”.

Secondo l’avv. Marsili, nello specifico, la frase riportata tra virgolette nell’articolo in questione non è stata in alcun modo pronunciata dalla Dott.ssa Rondoni; tale circostanza potrà agevolmente essere testimoniata in caso di Vostra contestazione, in considerazione del fatto che la telefonata in questione è avvenuta, per ciò che attiene alla Dott.ssa Rondoni, in viva voce alla presenza di almeno due testimoni. Non solo. Giammai la Dott.ssa Rondoni ha inteso in alcun modo contestare presunte inadempienze delle capitanerie di porto coinvolte nella vicenda della Costa Concordia (come si desume dalla titolazione e dal tenore generale dell’articolo) ma ha anzi spiegato al giornalista le ragioni della ineccepibilità della condotta delle capitanerie di porto nel caso di specie, ragioni di cui invece non v’è traccia nell’artìcolo del Dott. Colonnello e, per l’effetto, in quello del Dott. Camilli. In realtà questo è proprio uno dei punti che la magistratura intende chiarire, a prescindere dalle intenzioni della dott. Rondoni, la cui azienda, evidentemente, è fornitrice delle Capitanerie e, giustamente e comprensibilmente, non ha ragione per inimicarsele.

Il punto è infatti messo a nudo più avanti dallo stesso avv. Marsili. Ma ormai le parole della Rondoni scivolano in secondo piano, alla luce del brogliaccio del comandante Gregorio De Falco, della Capitaneria di porto di Livorno. C’è scritto, a quanto pubblicato dalla Stampa, che la Capitaneria fu informata dai carabinieri, non si fa parola del sistema Ais. Ancora, scrive l’avv. Marsili, “non corrisponde al vero che il sistema AIS sia “gestito™ dalla Elman S.r.l., essendo invece vero (e ciò è stato espressamente detto dalla Dott.ssa) che il sistema AIS sia stato progettato, realizzato ed installato dalla Elman S.r.l.. Insiste il legale che “va rilevato come giammai la Dott.ssa Rondoni abbia fornito alcuna autorizzazione a La Stampa e, per l’effetto, al Blitz Quotidiano a pubblicare il proprio nome ed il contenuto (tanto più nella versione del tutto travisata oggi contestata) della conversazione telefonica – addirittura qualificata come informale dal giornalista ~ intercorsa; il che ha reso la pubblicazione in questione lesiva dei diritti della mia assistita anche sotto l’altro rilevante profilo della necessaria tutela della riservatezza altrui”.

La tesi dell’avv. Marsili è anche che Blitzquotidiano non poteva riprendere l’articolo della Stampa: “L’illiceità della pubblicazione sul Blitz Quotidiano è ancora più evidente se è vero come è vero che la Dott.ssa Rondoni mai abbia avuto alcun colloquio con il Dott. Alessandro Camilli (estensore dell’articolo) o con altro giornalista di codesto quotidiano on line. Ciò è tanto più grave poiché dimostra in modo irrefutabile come la pubblicazione del Blitz Quotidiano sia avvenuta del tutto acriticamente, senza alcuna previa verifica delle fonti dalle quali è stato integralmente tratto l’articolo (La Stampa) e senza neppure premurarsi di verificare se effettivamente la Dott.ssa Rondoni avesse pronunciato le parole pedissequamente tratte dall’articolo de La Stampa”. Tutto ciò “ha gravemente ampliato (per titoli di danno del tutto autonomi) l’ambito dei danni comunque recati alla Elman S.r.l. ed alla Dott.ssa Manuela Rondoni sin dalla pubblicazione apparsa in data 20.1 u.s. su La Stampa”.

Da tutto ciò “deriva in modo palese la grave illiceità ed illegittimità ai danni della Elman S.r.l. e della Dott.ssa Rondoni di quanto riportato nell’articolo a firma del Dott. Alessandro Camilli, che, tra l’altro, ha creato alla Società mia assistita pesanti ripercussioni in termini professionali e di immagine con le capitanerie di porto che, da anni, sono importanti committenti per la Società mia assistita, del resto specializzata da oltre 36 anni nel settore”. Il problema però non siamo noi, è la Procura della Repubblica di Grosseto. Non solo. La consultabilità on line di detto articolo ha immediatamente fatto sì che l’idoneità lesiva dello stesso si stia propagando in modo del tutto incontrollato, tanto che da giorni la Elman S.r.l. viene contattata in merito a quanto desumìbile dal Vostro articolo da ulteriori testate, anche internazionali”.