Giornali uccisi da Di Maio: Grande battaglia! Fnsi: Ha gettato la maschera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Dicembre 2018 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Giornali uccisi da Di Maio: Grande battaglia! Fnsi: Ha gettato la maschera (foto Ansa)

Giornali uccisi da Di Maio: Grande battaglia! Fnsi: Ha gettato la maschera (foto Ansa)

ROMA – Giornali condannati a morte da Luigi Di Maio e dal Movimento 5 stelle. Chiuderanno entro 3 anni, forse anche prima, per mancanza di denaro, causa il taglio dei fondi all’editoria annunciato giovedì sera.

Eccoli, secondo la lista diffusa dalla agenzia AdnKronos:

  • Avvenire (che oggi complessivamente riceve dallo Stato 5,9 milioni di euro);
  • Italia oggi (4,8 mln);
  • Libero quotidiano (3,7 mln);
  • Manifesto (3 mln)
  • Il Foglio (800 mila euro).

E ancora: i settimanali cattolici e le testate delle minoranze linguistiche. La scure, riferiscono fonti di governo, non dovrebbe abbattersi su quelle aziende editoriali che hanno diritto a contributi inferiori al tetto stabilito di 500mila euro.

Quanto a Radio Radicale, dovrebbero essere almeno 10 milioni di euro sui 14 sui quali contava l’emittente radiofonica.

La reazione della FNSI (Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti) e dell’Ordine dei giornalisti, è stata molto dura. Afferma un comunicato congiunto: “Il trionfalismo con cui il vicepremier Luigi Di Maio e il sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi, annunciano il taglio del fondo per l’editoria sono l’ennesima conferma della volontà del Movimento 5 Stelle di colpire l’informazione. Di Maio e Crimi hanno gettato la maschera: vogliono ridurre le voci, indebolire il pluralismo, nell’illusione di cancellare le voci critiche e manipolare il consenso dei cittadini. L’unico risultato di questa operazione sarà la chiusura di alcuni giornali e la perdita di numerosi posti di lavoro. In questo scenario diventa sempre più chiara la portata strumentale e propagandistica del tentativo del vicepremier Di Maio di discutere di lavoro precario con FNSI e Ordine. Non si può discutere di lotta al precariato con chi, con i suoi provvedimenti, creerà altri precari. Una ragione in più per rispondere alla convocazione del ministro con un’assemblea davanti alla sede del Mise, lunedì prossimo, 10 dicembre, a partire dalle 11”.

L’annuncio dei tagli è stato dato al termine del vertice a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in cui è stato raggiunto un accordo per i tagli all’editoria, misura fortemente voluta dal M5S che, nei giorni scorsi, aveva subito uno stop in commissione Bilancio alla Camera. “Faremo un taglio graduale all’editoria – ha detto al termine del vertice il vicepremier Luigi Di Maio -. Era una nostra grande battaglia dal 25 aprile del 2008. Si farà un primo taglio del 25% nel 2019 per i fondi all’editoria, il 50% nel 2020 e il 75% nel 2021 fino a che nel 2022 non ci saranno più fondi all’editoria in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato”.