MILANO – Diego Della Valle apre all’aumento di capitale Rcs. Chiede ancora di cambiare il piano del gruppo, ma fa sapere che in tal caso ci sarà. ”Ci sono ancora 10 o 12 giorni, ci penseremo”, dice poi sulla ricapitalizzazione. Ed è la prima volta che conferma di non escludere una partecipazione. Nella vicenda Rcs intanto interviene nuovamente Consob chiedendo ai soci rilevanti e agli azionisti del patto piena trasparenza sull’eventuale sottoscrizione dell’aumento di capitale in corso e le quote quindi possedute alla fine dell’operazione.
Per Rcs, ha detto Della Valle che detiene l’8,7%,”vogliamo un piano serio, e ragionando con le banche, soprattutto oggi vedendo che ci sono molti che non seguono l’aumento, e che hanno buon senso, ci si può sedere e vedere se si riesce veramente a fare un piano che possa dare un futuro”. Se il piano ”andrà in questa direzione noi ci saremo – ha detto intervenendo a 2Next (Raidue) – Ma se non va in questa direzione vedremo, potremo fare altri ragionamenti”. E poi ancora, l’attuale piano ”non funziona, non va bene”.
Se Mr. Tod’s davvero esercitasse e comprasse anche i diritti dell’aumento che il primo socio Giuseppe Rotelli (16,5%) non eserciterà dovrebbe affrontare un investimento di circa 100 milioni di euro. L’imprenditore marchigiano ha poi nuovamente attaccato il presidente Fiat, John Elkann: ”Diciamo che deve ancora mangiare tante pagnotte prima di potersi permettere di fare lo stratega di cose più grandi di lui come questa. Ci ha provato e si è visto la frittata che ha fatto”.
Come già a fine maggio, Della Valle ha ribadito il nuovo clima con il numero uno di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, da sempre gran tessitore del patto Rcs: ”Vorrei dire che merita rispetto, perché è una persona perbene, perbene”, ha affermato. ”In un incontro che abbiamo avuto ho avuto riscontro di una persona che prende atto che le cose cambiano. E se cambiano bene anche con il suo aiuto – ha aggiunto sibillino – dobbiamo dirgli grazie”.
Tornando alla Consob, la Commissione ha chiesto ai soci Rcs rilevanti o del patto di dare notizia sui diritti di opzione eventualmente esercitati indicando anche la percentuale complessiva che avranno in Rcs nell’azionariato post-aumento. I soci dovranno informare il mercato a mano a mano che esercitano i diritti. Il senso dell’intervento e’ quello di accelerare i tempi di pubblicazione della mappa dell’azionariato Rcs post-aumento. La richiesta Consob varrà solo sull’esercizio eventuale delle opzioni e non sulla compravendita dei diritti. In giornata comunque i volumi sulle opzioni sono stati del tutto anomali, dopo tre sedute di scambi praticamente nulli. Ed è evidente che l’intervento della Commissione potrebbe incidere anche sulle mosse di quanti contavano su un eventuale effetto sorpresa a fine aumento.
Le azioni Rcs hanno comunque perso oggi l’11,11% portandosi a 1,68 euro. I diritti di opzione sulle ordinarie hanno invece perso il 52,34% a 0,11 euro. La curiosità sta negli scambi, con 19,67 milioni di opzioni trattate, pari al 18% circa di tutti i diritti dell’aumento ordinario per 400 milioni. Il numero di contratti siglati (3.420) e il controvalore complessivo (3,3 milioni) non offrono indizi, anzi, sulla presenza di mani forti sulle opzioni Rcs. Ma il titolo è certo sorvegliato speciale, nell’attesa di capire se qualcuno, e in tal caso chi, farà incetta dei diritti di Rotelli. Le opzioni che l’imprenditore della sanità dovrebbe vendere sul mercato – dopo aver comunicato alla società di non voler sottoscrivere l’aumento – sono pari a circa 14,3 milioni per la quota già di sua proprietà (il 13,03%), con altri 3,8 milioni di opzioni circa legati alla quota in opzione dal Banco Popolare (il 3,52%).