“Culona nera”: l’ultimo gioco razzista della destra americana

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 6 Febbraio 2013 - 16:46| Aggiornato il 4 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il concetto tutto europeo e berlusconiano di “culona inchiavabile” ha fatto scuola e trovato una sua rappresentazione a stelle e strisce nella “culona nera”, alias Michelle Obama. Le forme, e in particolare il “lato B” della first lady americana, sono diventate dalla rielezione del marito oggetto delle critiche e degli attacchi della destra d’oltreoceano. A corto di idee su come attaccare il rieletto presidente, il fondoschiena di Michelle è diventato la reificazione dei mali e degli sbagli della famiglia presidenziale e della politica di Obama. Il tutto, evidentemente, venato e animato da una nota di razzismo mai del tutto sopita nemmeno nella multietnica società Usa.

Racconta la cronaca del coach, dell’allenatore di una squadra di football di un liceo dell’Alabama licenziato dal suo preside perché reo di aver commentato l’immagine della first lady in maniera inelegante: “Ragazzi, dice di essere a dieta ma guardate che culona”. L’ormai ex allenatore, al secolo Bob Grisham, non è però l’unico ad aver eletto ed individuato le rotondità della signora come controprova della sua doppiezza. Bob, probabilmente, lo ha fatto in maniere inconsapevole e triviale. Mentre in maniera altrettanto gretta ma assolutamente consapevole altri interpreti della vita americana, dai noti conduttori radiofonici sino ad un deputato, ovviamente repubblicano, hanno indirizzato lo stesso tipo di critica.

“Michelle coltiva l’orto alla Casa Bianca, predica austerità e i principi di una vita sana ma a giudicare dal suo corpo possiamo star certi che sia il classico esempio del predicar bene e razzolar male. E se la moglie si comporta in questo modo anche il marito seguirà lo stesso stile”. Questo in sintesi il pensiero politico, anche se a definirlo politico ci vuole del coraggio, che anima i critici del sedere di Michelle. Una critica che contiene anche, e forse soprattutto, venature sessiste e razziste. Del fenomeno si occupa in maniera diffusa Vittorio Zucconi su la Repubblica in un articolo dal titolo: “Il lato B di Michelle nel mirino della destra”.

Noi italiani, dopo un ventennio di Berlusconi, siamo ormai i campioni e i massimi esperti di battute infelici portatrici di un triste e gretto retroterra culturale. Dalla cancelliera Merkel “culona” ad Obama “abbronzato” il nostro ex presidente del consiglio ha fatto scuola, e per non essere da meno anche suo fratello Paolo ha giusto un paio di giorni fa regalato un “andiamo a vedere il nostro negretto” alludendo alla prima partita in rossonero di Mario Balotelli. E anche se in questo caso “il mal comune mezzo gaudio” non vale, possiamo ora guardare oltreoceano e trovare situazioni analoghe.

In una società multietnica come quella americana il razzismo è ormai politicamente scorretto. “Sporco negro” non si può più dire e non sta bene nemmeno nei circoli più reazionari, anche se qualcuno, specie nel profondo sud Usa, ancora si compiace ad andare vestito con cappuccioni e tonacone bianche ad incendiare croci. Fenomeni quasi di folklore in una società che è riuscita ad eleggere un presidente afroamericano, cioè nero. L’elezione di Obama è infatti la controprova che il razzismo è marginale ed emarginato, e ci mancherebbe. Ma le battute sul “culone” della signora Obama sono la spia, lo sfogo e la nuova forma di razzismo che per l’America serpeggia.

 Criticare la politica presidenziale passando per il sedere della first lady è innanzitutto sciocco, indirizzare le critiche sulle rotondità posteriori è ovviamente sessista ma, nel caso in questione, anche razzista. Sarebbe un po’ come dire: “Ma quella con quelle labbrone dove va…”. Glutei rotondi e fianchi larghi sono infatti caratteristiche fisiche tipiche dei neri, oltre che canoni di bellezza classica anche per i bianchi che solo qualche secolo fa per un corpo così, bianco, avrebbero fatto follie.

La first lady, dal canto suo, scherza e non si cruccia per questo tipo di critiche e commenti. Consapevole che il suo ruolo le rende praticamente inevitabili, per quanto odiose ed esecrabili. Più di un’inquilina della Casa Bianca ha subito prima di lei lo stesso trattamento, alcune soffrendone molto e altre passandoci sopra, esattamente come fa oggi Michelle che anzi, a giudicare dal suo guardaroba, del suo lato B pare assolutamente fiera. Contenta di esibirlo forse nella speranza di dare anche una lezione ai suoi gretti detrattori.