ROMA –Oltre al Piano A e al Piano B, quelli del Pd hanno elaborato anche il Piano S, il più straordinario e raffinato piano di suicidio politico. La stoffa non è acqua ed eccolo quindi il Piano S. Fase Uno: si fa in modo che il presidente o la presidente della Camera sia comunque un eletto M5S. Si dà la Camera in Grillo. In cambio di un accordo di governo? Ingenui, certo che no. Di un’intesa politica? Neanche a parlarne. Di un riconoscimento, di un grazie? No, si dà la Camera gratis. Anzi no, non gratis. In cambio il Pd si prende un calcio in faccia da M5S che già precisa: la presidenza della Camera primo ci spetta e secondo la prendiamo, mica ce la danno. La Fase Uno del Piano S si conclude quindi con lo sgombero del Pd dell’unico luogo istituzionale e parlamentare in cui aveva vinto le elezioni. Sgombero cui non segue governo, alleanza, scambio. Non segue niente.
Fase Due del Piano S, quella in cui il Pd deve fare un governo. Il Piano A prevede Bersani incaricato. Ma tutti sanno che Bersani incaricato non diventa presidente. Quindi il Piano A si ammoscia come una mozzarella al sole d’estate. Ed ecco allora il gustoso melone: si elegge Anna Finocchiaro alla presidenza del Senato, poi si chiede un “governo istituzionale” presieduto, guidato dal presidente del Senato. Che astuzia! Nel frattempo il presidente del Senato è diventata Anna Finocchiaro che si trova quindi ad essere la candidata perfetta per fare il presidente del “governo istituzionale”. Anna Finocchiaro, un nome che già consola la pubblica opinione ingrillita. Grillo non lo vota al Senato quel governo, non vede la grande novità? Fa niente, il governo Finocchiaro si fa perché alla Camera il Pd i voti ce li ha e al Senato il Pdl di Berlusconi fa il favore di uscire dall’aula mentre i grillini votano contro.
Chi legge sta pensando che ce lo siamo inventati il piano S? Sbagliato, ci siamo inventati solo il nome, il piano nei suoi particolari lo abbiamo letto su La Repubblica che non poche volte pernsa e scrive in stretta sintonia con Bersani. magari stavolta no, speriamo di no ma temiamo proprio di sì, Temiamo perché nel piano S, consegnare gratis, governare contro, semi inciuciare col Pdl, pagare da soli la responsabilità istituzionale, ci sono tutte le stimmate originali e talvolta esclusive del Pd. “E allora facciamoci del male”. A leggere la strategia democratica di questi giorni viene il legittimo dubbio che il filo conduttore delle scelte strategiche di Bersani e soci sia quello di farsi del male, possibilmente da soli. L’ultima idea nata in casa Pd e riportata da Repubblica, solitamente ben informata sugli umori democratici, sarebbe quella di dare a Grillo la presidenza della Camera e formare un governo istituzionale guidato da Anna Finocchiaro, divenuta nel frattempo presidente del Senato, con l’aiuto del Pdl. Un doppio suicidio politico: un regalo ai grillini in cambio di niente se non delle solite porte in faccia, e un governo con l’aiuto di Berlusconi.
Sembrano stranamente sordi i parlamentari e i vertici del Pd. Clamorosamente sordi a quello che da ormai due settimane e più, Grillo e grillini gli vanno ripetendo in tutte le salse: non ci saranno accordi, siamo diversi, siete morti. Ci sarebbe poco o nessuno spazio per l’interpretazione eppure in casa democratica ancora si crede nella possibilità di “essere amici” col Movimento 5 Stelle. All’indomani dell’incontro a palazzo Madama c’è persino chi, tra i democratici, ha valutato l’incontro positivo perché i grillini si sono presentati, obiettando che sarebbero potuti non farsi vedere. Per la serie basta veramente meno di niente.
Talmente sordo il Pd che per far la gioia dei grillini che hanno ancora una volta ribadito ieri che non concederanno nulla in cambio della presidenza di Montecitorio, ma che se gli venisse “regalata” l’accetterebbero, che Bersani e i suoi starebbero pensando proprio di regalargliela. Regalargliela nel senso letterale della parola visto che alla Camera il Pd, anzi la coalizione da lui guidata, ha la maggioranza assoluta e che quindi senza i suoi voti non si muove nulla, ma votandola in cambio di porte in faccia e nulla più. Una scelta che è difficile definire strategica e che è difficilissimo comprendere.
Altra faccia di questo piano che sembra un piano suicida, sarebbe quella di portare la Finocchiaro alla presidenza di Palazzo Madama. Prima tappa di un percorso che la porterebbe poi a presiedere un governo istituzionale che si dovrebbe instaurare con i voti del Pd e forse dei montiani, con il voto contrario dei grillini e con l’uscita dall’aula del Pdl. In altre parole un governo che, al netto dei tecnicismi che porterebbero i parlamentari pidiellini a lasciare l’aula di palazzo Madama al momento del voto di fiducia, facendo così scendere l’asticella della maggioranza ed evitando di astenersi che al Senato equivale al voto contro, sarebbe un governo nato con la benedizione di Pd e Pdl.
A leggere questa strategia viene il dubbio che Bersani stia lavorando per Grillo. Una camera ai grillini per dargli autorità istituzionale e un governo fatto dai vecchi partiti che durerà ovviamente poco e che, quando si tornerà a votare, si tradurrà in voti persi per il Pd come per il Pdl. Un copione che se fosse stato scritto da Casaleggio avrebbe un senso e una ratio ma che, partorito in casa Pd, sembra il classico delitto perfetto. Peccato che si tratti di un suicidio.
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