Balotelli rinnegò tre volte Prandelli e De Rossi non fece Ponzio Pilato

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 26 Giugno 2014 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA

Monidali: Balotelli, vergognatevi a dire che non sono italianoNATAL – Facce tese e nervi pronti a saltare. E’ il momento più delicato dell’Italia al mondiale brasiliano, quello decisivo, il momento in cui la qualificazione è ancora in bilico: è l’intervallo della partita contro l’Uruguay e gli azzurri stanno rientrando negli spogliatoi.

I malumori e le facce tirate, appena la porta si chiude alle spalle di Pirlo e compagni si trasformano in vera e propria lite, non si arriva alle mani ma è quasi più un caso che un obiettivo raggiunto. Volano parole ed asciugamani. Mario Balotelli è, al solito, oggetto ed attore di tutte le intemperanze che si realizzano in un raggio di qualche chilometro intorno a lui. Parla, prima, con Prandelli e ci litiga subito dopo. De Rossi lo catechizza. Cassano è nervoso. Si decidono i cambi e si rientra in campo, per inseguire quella qualificazione che il carattere degli azzurri ha già reso impossibile.

Quello che è accaduto nello spogliatoio azzurro, le parole esatte che sono state dette le conoscono solo i diretti interessati ma, immaginare e ricostruire, non è peccato né tantomeno difficile. E’ semmai utile, al contrario, per capire se e cosa si può ricostruire sulla macerie della squadra che in Brasile non è stata solamente eliminata, ma si è letteralmente disciolta e spaccata.

Il dramma italiano ha radici lontane ma, come ogni tragedia che si rispetti, raggiunge il suo acme ed il suo epilogo durante l’atto finale, durante cioè l’intervallo dell’ultima gara.

Balotelli, tanto impalpabile ed irritante in campo quanto prepotente e sopra le righe fuori, rappresenta il punto di rottura degli azzurri. Non sembra riuscire ad integrarsi, ovunque giochi. E a lui che si rivolge per primo Prandelli, gli altri ancora non litigano, ancora impegnati come sono a dissetarsi. “Devi cambiare atteggiamento o ti sostituisco” lo ammonisce il ct. Come da copione però l’avvertimento invece di spronare Balo sembra irritarlo, continua a sbuffare e brontolare. Prandelli ripete la seconda volta: “Cerca di essere più in partita”. Balotelli sente ma non vuol sentire. Prandelli ancora una terza volta e anche alla terza volta Balotelli fa orecchie che non ascoltano, espressione del viso che trasuda fastidio, sillabe incompresibili ma il cui significato è chiaro e netto: tu parli, io non ti prendo in considerazione. Per dirla con il linguaggio dei vangeli: Per tre volte Balotelli rinnegò Prandelli…

Tocca allora a De Rossi, uno dei senatori della squadra, per di più frustrato dall’infortunio che lo sta costringendo in panchina, far sentire a Balo l’umore della squadra: “Se non ti va di giocare fai un favore a tutti e fatti una doccia…”. De Rossi Daniele non veste i panni del Ponzio Pilato, non è questa la figura evangelica che il ragazzo di Ostia incarna. De Rossi che, come usa dire a Roma, “imbruttisce” Balotelli è la scintilla che fa detonare la bomba. Balo s’impunta, anche fisicamente, ma sono tutti contro di lui ed è chiaro, scelto, deciso che nel secondo tempo ci sarà qualcun altro al posto del numero 9. La scelta di Prandelli però, invece di rasserenare gli animi eliminando l’elemento disturbatore, complica se possibile ancor di più la situazione.

Antonio Cassano, innervosito dal non essere più il titolare del ruolo di “testa calda” e “disturbatore” è dalla prima gara con l’Inghilterra che reclama più spazio. Sbotta anche lui, seppur in barese,  non sfascia altri bicchieri ma “fuori si chiama”. Nessuno ha ormai in quello spoglatoio la situazione più in mano. I “veterani” sono stufi, ed il momento di comunicarlo ai compagni è arrivato. Per comunicarlo anche al resto della nazione dovranno passare solo altri 45 minuti. Giusto il tempo di farsi eliminare…