Meloni, leader della destra, sgama Renzi: Giorgia vuole le elezioni, Matteo le teme più del covid

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 19 Gennaio 2021 - 10:11 OLTRE 6 MESI FA
Meloni, leader della destra, sgama Renzi: Giorgia vuole le elezioni, Matteo le teme più del covid

Meloni, leader della destra, sgama Renzi: Giorgia vuole le elezioni, Matteo le teme più del covid

Meloni è l’unica a destra ad aver capito che Renzi non fa sul serio. E Giorgia Meloni lo ha dimostrato con il suo intervento alla Camera in occasione del voto di fiducia al Governo. Un intervento duro, magari come al solito un po’ naif, ma molto efficace, con il quale ha ripercorso tutti i limiti di un Esecutivo oramai sfibrato. E incapace di trovare l’afflato politico necessario all’azione di Governo.

Meloni ha capito che Renzi non ha nessuna intenzione di staccare la spina al Governo Conte. E meno ancora di andare a votare, come invece chiede la leader di FdI.

Che infatti aveva iniziato a raccogliere le firme per una mozione di sfiducia a Conte già da prima che Renzi minacciasse la crisi. Aggiungerei in splendida solitudine, dato che gli altri partner del centro destra non è che sgomitino per andare alle urne.

Questo Governo non ha più un futuro, ma pare che gli unici a non averlo capito siano i Deputati di Italia Viva. Che alla Camera, invece di votare contro la fiducia, come sarebbe stato logico aspettarsi dopo aver ritirato la rappresentanza ministeriale dal Governo, si sono astenuti. Cosa che peraltro faranno anche i Senatori nell’altro ramo del Parlamento.

Con la logica conseguenza che il Governo potrà ancora avere una maggioranza, che non obbligherà Conte a presentarsi dimissionario al Colle.

A chi gli rimprovera una certa ambiguità in questa scelta. E che votare la sfiducia significa ufficializzare la crisi con tutto quello che comporta, Renzi ribatte che la politica è una cosa complessa, che il confronto è fatto di sfumature, che non tutto è bianco e nero e bla bla bla…

Che poi è un modo come un altro per dire che a lui basterebbe che Conte si levasse dai piedi.

Ma che soprattutto serve a far capire un po’ a tutti che lui, di andare a votare con la certezza di raccogliere percentuali da prefisso telefonico  internazionale, non ha proprio voglia.

La Meloni, niente affatto disposta a farsi imbambolare dall’esprit florentin di Matteo Renzi, è l’unica a tenere la barra diritta chiedendo il ritorno alle urne nel più breve tempo possibile.

Soprattutto per evitare che alla lunga la “non sfiducia” di Italia Viva a Conte si trasformi in una “fiducia costruttiva” e poi in un rientro all’ovile, magari dopo aver ottenuto qualche ministero di peso o qualche incarico di prestigio.

Non bisogna infatti dimenticare che Renzi rappresenta interessi economici poco disposti a restare fuori dalla gestione di quella marea di denaro in arrivo in Italia.

Ragion per cui il leader di Italia Viva farà di tutto per restare dove si decide il destino di tutti quei soldi.

Sbattere la porta in faccia a Conte e andarsene non aiuta a rientrare in gioco.

Meglio essere cauti, come dimostrano le sue ultime esternazioni.

Anche se stavolta, a complicargli la mossa del cavallo ci si è messa Giorgia Meloni.

Con buona pace di Salvini, la vera ed unica leader del centro destra.