Appendino (Chiara, nella foto) con la rinuncia a sindaco strada spianata per il vertice M5s Appendino (Chiara, nella foto) con la rinuncia a sindaco strada spianata per il vertice M5s

Appendino con la rinuncia a sindaco strada spianata per il vertice M5s

Nei 5Stelle esplode una bomba che potrebbe far riprendere il dialogo fra Pd e pentastellati.

Con accordi ben precisi studiati a tavolino. Un tanto a me e un tanto a te, come si fa nelle migliori famiglie politiche. Mentre il virus con i suoi numeri in crescendo torna a far paura.

Appendino rinuncia al secondo mandato

Dunque, la notizia di ieri è che Chiara Appendino non si ricandiderà a fare il sindaco di Torino. “Mollo – dice ai suoi consiglieri – non trasgredisco le regole del Movimento. Ho subito una condanna sia pure in primo grado e mi metto da parte”. Vuol dire fuori da ogni giro, dal mondo che finora le ha dato grandi soddisfazioni? Un conto sono le parole, un conto i fatti.

Gli scenari che si presentano dopo la scelta del sindaco sono diversi E vogliono forse dire che quel tavolo più volte desiderato da Luigi Di Maio sta per essere apparecchiato.

La Appendino è fuori, ma dimentica la politica? Niente affatto. Si sa che a novembre il Movimento ha indetto gli stati generali, un vero e proprio congresso per stabilire il nuovo vertice. La parentesi di Vito Crimi, sempre stata pro tempore, sta per tramontare. Chi al suo posto?

Luigi Di Maio non ci pensa a tornare il leader di una volta, resta agli Esteri dove il suo “prestigio” è diventato internazionale. Dai governisti si teme un ritorno di Alessandro Di Battista che in molti vedono come il sangue agli occhi. Ecco allora apparire sullo sfondo il nome del sindaco di Torino che nella prossima primavera lascerà il suo posto.

Una “donna con la schiena dritta” (così la definisce il titolare della Farnesina) che potrebbe metter d’accordo tutti in un Movimento dove le liti e le divisioni sono all’ordine del giorno.

Non è il solo scenario. Questo risolverebbe soltanto la guerra interna fra i 5Stelle. Dietro la rinuncia della Appendino si nascondono (non tanto) i patti che potrebbero nascere e concretizzarsi fra i Dem e i pentastellati. Un futuro che darebbe forza alla attuale maggioranza. Come?

E’ noto che in primavera si voterà in molte grandi città che dovranno scegliere il sindaco. Due fra tutte: Roma e Torino, escludendo Milano perché la rielezione di Giuseppe Sala è fuori discussione.

Appendino in cambio di Virginia Raggi

Fra Zingaretti e Di Maio si arriverebbe a questa conclusione: “Noi ti lasciamo libera la poltrona di Torino, tu però la pianti di dire un no secco al secondo mandato di Virginia Raggi”.

Uno a uno e palla al centro, si direbbe in gergo sportivo. Ma il leader del Pd potrebbe farsi convincere dalle parole dei 5Stelle? Potrebbe accettare di dar via libera al sindaco di Roma dopo i giudizi più volte ribaditi nei suoi confronti?

Il più duro dei quali fu quando i giornalisti gli annunciarono che la prima cittadina della Capitale avrebbe voluto rimanere sulla poltrona del Campidoglio. Rispose il governatore del Lazio. “Questa più che una notizia è una minaccia per i romani”. Ribadita un paio di giorni fa quando si sono fatte diverse ipotesi sui probabili candidati a reggere Roma. “Inutile continuare a fare il gioco del questo o quello. La scelta spetterà agli elettori”.

Ora è vero che in politica nulla è impossibile. Però se questo accordo dovesse andare in porto, che cosa dovrebbe pensare la gente che legge i giornali o guarda la tv? Direbbe: “Meglio lasciar perdere la politica perché si fa sempre il contrario di quel che si promette”,

 

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