Che succede a Cristiano Ronaldo? Umiliato in panchina, onorato in Arabia, il Portogallo lo abbandona allo sceicco

Che succede a Cristiano Ronaldo? Il calciatore più famoso del mondo attraversa un periodo di crisi. Anche in Portogallo, la sua Nazione, pensano che sia sulla via del tramonto.

Tanto è vero che anche Fernando Samos, il commissario tecnico lusitano, dopo averlo fatto spogliare, ha lasciato  Cristiano Ronaldo clamorosamente in panchina. Perchè, gli chiedono i giornalisti? “Nessun problema”, risponde. “Con Cristiano siamo amici da anni. Ho voluto farlo riposare”. Parole di cirostanza, la verità è un’altra: nello spogliatoio il fuoriclasse non ha amici, anzi la sua presenza dà fastidio a gran parte dei suoi compagni. Da tempo avrebbero voluto che la smettesse di fare il superuomo.

Non solo, ma anche il suo allenatore e l’intera platea dei tifosi ha cominciato a storcere la bocca. Insomma, a 37 anni, quanti ne conta, deve cominciare a guardarsi allo specchio e pensare “che non è più la bella del Paese”. Nel Portogallo in festa per essere entrato nei quarti di finale  dei campionati del mondo (risultato storico), la stragrande maggioranza dei patiti del pallone è troppo impegnata a ricordare i novanta minuti che hanno permesso ai loro eroi di aver infilato sei gol agli svizzeri. E il bello (o il brutto?) è che il sostituto del’asso di sempre – Gonzalo Ramos – ne ha segnati tre ai poveri avversari.

Il Portogallo non è il solo Paese a ritenere che Ronaldo sia ormai quasi finito. In tutto l’Occidente la sua stella non brilla più. Pure in Italia, il ritornello è sempre lo stesso, tanto è vero che quando ha cominciato a fare i capricci per una questione di soldi, la Juventus, senza tanti complimenti, gli ha aperto le porte e non ha mosso un dito per fermarlo. La crisi, dunque, non è solo in un’antipatia caratteriale: è che la gente non crede più tanto alle sue doti di un tempo.

E così come lo ha messo sugli alttari, adesso lo sta trascinando nella polvere. La medaglia di questo calvario ha però due facce: la prima è che in Europa non lo considerano più indispensabile, mentre in Arabia Saudita stanno facendo e fanno mirabilie per il suo prossimo arrivo, in gennaio del 2023.

Una squadra, la All-Nassr, (ne sanno qualcosa gli emiri?) lo ha ingaggiato offrendogli tanti danari da far felici sette o dieci generazioni della sua stirpe. Qualcuno che legge rimarrà stupito ma ormai in questo sport che non è più spettacolo, ma sopratutto business, può succedere di tutto. Anche che una società lo voglia in squadra per due anni e mezzo, pagandolo 500 milionif di euro. Una discreta sommetta che forse anche qualche suo “cieco tifoso” comincerà a pensare dove è finito lo sport più popolare del mondo.

Allora, il malessere e la prosopopea che Ronaldo ha dimostrato dopo la scelta del commissario tecnico portoghese di lascialo fuori squadra la sua è una manfrina o ha qualcosa di umano in un giocatore che diventerà il più ricco dell’intero universo?

Quale differenza con un altro grande del passato, David Beckam, di nazionalità inglese, che una volta appese le scarpe al chiodo non è andato alla ricerca di paghe miliardarie, ma ha preferito rimanere nel suo mondo di sempre scegliendo di fare il dirigente sportivo. Forse un’altra epoca, certamente un’altra classe. La speranza è una ed una soltanto. Che in futuro si ritorni almeno in parte al passato perché a volte fare un passo indietro vuol significare andare avanti

 

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