Crocefisso o crocefisso che scriver si voglia…l’immagine del Cristo, del Gesù cristiano sulla croce nelle aule scolastiche. Si può, si deve? E’ ovvio che ci sia, quasi naturale le sua presenza nelle scuole di un paese cristiano, oppure dovrebbe essere ovvio che non ci sia perché Stato è laico, religione di Stato non esiste in Costituzione e in aula ci sono alunni di molte e diverse fedi religiose? Per non dire di coloro che legittimamente religiosi non sono, in cattedra e tra i banchi. Allora, quale la risposta?
Parlamento muto, partiti chiacchieroni
Sono venti anni che si chiede al Parlamento una risposta a queste domande. Varie magistrature nazionali ed europee hanno chiesto al Parlamento italiano di legiferare in materia. Il Parlamento italiano se ne è guardato bene dal farlo, convinto che nel caso come fai sbagli (elettoralmente). In cicli ricorrenti sul crocefisso a scuola i partiti ci fanno sopra un po’ di talvolta sguaiata talvolta imbarazzata campagna elettorale ma da venti anni il Parlamento resta muto a domanda.
Cassazione sentenza
Così accade che tocchi un’altra volta ad una Magistratura, stavolta la Cassazione. Che dice: crocefisso in aula non discrimina nessuno. Ok, allora si può, anzi si deve mettere il crocefisso alle pareti delle aule, lì dietro la cattedra? Un momento. Dice la Cassazione: “ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi”. Chiaro? No, per nulla.
Si vota?
Che vuol dire in concreto ragionevole accomodamento tra difformi? Che classe per classe si procede a votazione e a maggioranza? O che ci si accomoda nella forma della esposizione dei simboli anche di altre religioni? Quali, quante, tutte? E come ci si accomoda con chi religione non ha? Quello che esce dalla sentenza della Cassazione è un crocefisso alla Ponzio Pilato, è un dotto, documentato e argomentato…vedetevela voi.