Elezioni e veleni, volano parole grosse: è una costante di ogni campagna elettorale, ecco i 5 “duelli” storici

Elezioni e veleni, volano parole grosse: è una costante di ogni campagna elettorale, ecco i 5 “duelli” storici, questa volta più che mai

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 21 Agosto 2022 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni e veleni, volano parole grosse: è una costante di ogni campagna elettorale, ecco i 5 “duelli” storici

Elezioni e veleni, volano parole grosse: è una costante di ogni campagna elettorale, ecco i 5 “duelli” storici

Elezioni e veleni. Colpi bassi tra i partiti. Un classico di ogni campagna elettorale. Un vizio antico. Demonizzare il rivale è una strategia  perdente. Ma tant’è.

L’ultima della campagna al vetriolo registra il “duello” Crisanti-Salvini. Il microbiologo è capolista in Europa col Pd ed ha scatenato una rissa in tv. Parole grosse. L’accademico romano, cacciatore di virus, ha sparato sul segretario della Lega: ”Se fossimo stati nelle mani di Salvini ci sarebbero 300mila vittime di Covid al posto di 140mila e saremmo allineati con Putin”.

Salvini gli ha risposto con l’ormai noto video in cui Giorgio Palù, illustre collega,  lo definiva “esperto di zanzare“. Si è inserito Matteo Renzi per dirne due a Letta, intervenuto prontamente in difesa del docente. Sentite  un po’: ”Lui con Arcuri e l’esercito russo, io ho portato Draghi e Figliuolo “. Non una parola sulla Sanità. “Maledetti toscani” scriveva negli anni Curzio Malaparte che era di Prato. Oggi cambierebbe qualcosa?

I CINQUE DUELLI PIÙ NOTI

1) OCCHETTO-CRAXI – L’ultimo segretario del Partito Comunista italiano (poi sostituito da D’Alema), il compagno Achel che montò la guardia durante i funerali di Berlinguer (1984), strapazzava Bettino intuendone il pericolo. Infatti nelle Elezioni politiche del 1992 il PDS prese il 16,1% e il PSI lo tallonò con il 13,6%. Dimissioni alle porte.

2) VELTRONI -BERLUSCONI – Durante la campagna elettorale dell’aprile 2008 Uolter attaccò (anche per lettera ) Silvio Berlusconi.  Unghiate terribili. Il Cavaliere ne parla ancora. Morale: Pd 33,1% e PDL 37,3%. E arrivò Prodi.

3) BERSANI -BERLUSCONI – Politiche 2013. Ricordate? Il leader del Pd ne disse tante. Ma mai un insulto. Mai una volgarità. Semmai metafore indimenticabili. Tipo:”Berlusconi? O lo smacchiamo noi il giaguaro, o non lo smacchia nessuno”. Vittoria. Pd 25,4% e PDL 21,5%

4) ZINGARETTI-SALVINI – Politiche 2018. Nicola, oggi  presidente della Regione Lazio (giunta giallorossa)  e in corsa fiduciosa per le urne del 25 settembre (assunti 300 navigator) con Salvini ha usato spesso il randello. Diceva quattro anni fa:”Salvini? Ma quale Robin Hood, è lo sceriffo di Nottingham che mette le mani nelle tasche degli italiani “. Battaglia vinta. Pd 18,7%, Lega 17,3%.

5) LETTA-MELONI – E siamo ai giorni nostri. Scaramucce vecchie come il cucco. Richetto non si accontenta che Giorgia abbia abiurato il fascismo. No. Vuole di più. Vuole che la presidente di Fratelli d’Italia tolga la fiamma tricolore del Movimento sociale (il partito fondato nel 1946 dal trio Almirante-Rauti-Michelini e cessato nel 1995). Figurarsi se la Meloni lo accontenta. Ne vedremo e sentiremo delle belle.