Elezioni Quirinale, tutti ci guardano: mercati, Europa, il mondo. E le potenti agenzie di New York hanno timori sul dopo Colle

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 30 Gennaio 2022 - 08:02 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni Quirinale, Mattarella Presidente, tutti ci guardano: cosa diranno le potenti agenzie di New York?

Elezioni Quirinale, Mattarella Presidente, tutti ci guardano: cosa diranno le potenti agenzie di New York?

Mattarella presidente, Elezioni Quirinale, mai così seguite. Più dei delicatissimi Anni ‘50 (dopo De Nicola, il liberale Einaudi e il Dc Gronchi). Più degli spumeggianti Anni ‘60 (Segni e Saragat) e del successivo e tormentato decennio (Leone e Pertini).

Molto seguite le elezioni  degli ultimi cinque presidenti. Cioè Cossiga, Scalfaro, Ciampi,  Napolitano, Mattarella. Infine queste votazioni con ben 15 schieramenti  impegnati a sbrogliare  la matassa. Nel gruppo anche i delegati regionali (25 del centrosinistra, 33 del Centrodestra ), due senatori a vita non iscritti e i 50 del cosiddetto “Misto vari”. Però mai così tanti spettatori interessati.

L’ELEZIONE DI MATTARELLA DOVREBBE TRANQUILLIZZARE LE AGENZIE DI NEW YORK

Sono messaggi inequivocabili. In testa i mercati, “i più loquaci”, come li definisce l’economista Enrico Cisnetto. Tutti attenti, vigili, espliciti. Non era mai accaduto, almeno in questi termini.

GoldmanSachs ha tuonato da New York di tenere Draghi a Palazzo Chigi. Citigrup con Travelers (la più grande organizzazione di servizi finanziari del mondo, oltre 200 mila dipendenti),  sempre da New York ha detto l’esatto contrario.

Draghi al Colle è una garanzia per l’Europa e le necessarie riforme. Ha poi voluto dire la sua la società privata Standard & Poor’s, sempre dagli Stati Uniti , forte  del fatto di essere una delle prime tre agenzie del mondo di rating ; insomma una che dà i voti sulla solidità e la solvibilità di una società che emette titoli sul mercato finanziario. Il presidente Douglas Peterson ha messo in guardia, dagli uffici di Manhattan, sul rischio di scenari instabili.

IN EUROPA PREOCCUPA IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO

In effetti è un debito molto grande, qualcosa come 2.700 miliardi che in rapporto al Pil (oltre il 155%) è il secondo di tutta l’Unione Europea. Solo la Grecia è messa peggio di noi. 

Due anni fa, quando cioè tirava un brutto vento, Berlino e Parigi “si persuasero a finanziare il “Next Generation Ue” (fondo per la ripresa di 750 miliardi di euro destinati ai Paesi colpiti dal Covid-19). Un fondo che a fine 2027 ammonterà a 1.824,3 miliardi. Sono tutti preoccupati per noi. In testa la Bce che  “ha in pancia il 30% del debito pubblico italiano”.

E tremano gli investitori esteri che hanno comprato i nostri bond. Il default dell’Italia sarebbe una catastrofe per l’euro e l’Unione Europea.

COL MATTARELLA BIS NECESSARIO RIVEDERE MAASTRICHT E IL PATTO DI STABILITÀ

La discussione è cominciata. Sono sul tappeto la revisione dei parametri di Maastricht  che risalgono al 1992 e  il Patto di stabilità e crescita (PSC) sottoscritto nel 1997 per il controllo delle politiche di bilancio degli Stati membri e per rafforzare il percorso di integrazione monetaria intrapreso esattamente 30 anni fa. Il momento è cruciale. Ora più che mai servono stabilità e competenze. Oltretutto si è aggiunta la fiammata inflazionistica che non ci lascia tranquilli. Ergo confidiamo in Mattarella.