Euroscandalo, il marcio è nello schermo: la “santità” delle Ong

Euroscandalo: non il Parlamento, non la Ue e neanche la sinistra sono la specificità di questo corrompere. Lo è invece lo schermo dietro e dentro il quale si è sviluppato: la beatificazione delle Ong.

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Dicembre 2022 - 09:59| Aggiornato il 20 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA
Euroscandalo, il marcio è nello schermo: la "santità" delle Ong

Euroscandalo, il marcio è nello schermo: la “santità” delle Ong FOTO ANSA

Euroscandalo, deputati e funzionari del Parlamento europeo comprati. Il marcio è nel Parlamento europeo, addirittura nella stessa Ue? Non si riesce a misurare se una affermazione del genere sia più falsa che sciocca o viceversa: dalla notte dei tempi ogni organizzazione e istituzione ha avuto i suoi episodi di corruzione, non c’è una specifica Bruxelles o Ue. Allora il marcio nella sinistra, nella parte socialista e democratica che a questo giro annovera collettori di corruzione, sacchi di banconote e addirittura un quasi ufficio corruzione deputati?

Sì e anche no: stavolta è la sinistra con le mani di alcuni dei suoi nella marmellata e con l’imbarazzo fino e oltre la soglia della vergogna. Ma, appunto, stavolta…Farsi comprare non è mai stata un’esclusiva di una parte, anche la sinistra ruba da tempo non è più uomo morde cane.  Allora la pietra dello scandalo è negli ex premier e ministri e politici che si mettono a fare consulenze e anche soldi? No, c’è una questione di eleganza civile in questi casi travolta, una questione di dipendenza dall’esercizio di una qualunque forma di potere, ma il guadagnare di per sé non è la mela del peccato. Allora il marcio, il problema più marcito e specifico dove sta? E’ nello schermo.

Lo schermo Ong

Per una serie di processi culturali e mediatici è accaduto che a sinistra le Ong abbiano subito un processo appunto di beatificazione. Non lo Stato arcigno e pasticcione al tempo stesso. Men che mai l’orrido capitalismo e neanche i desueti partiti politici. Ma i cittadini, anzi i volontari, anzi la società civile, anzi la meglio società civile. Le Ong sono diventate il buone che marcia nel mondo. Fai una Ong e fai del bene. Questo l’assioma, il dogma. E quindi, purtroppo, lo schermo. Qualcuno ha capito che, mettendosi dietro lo schermo di una Ong, si potevano fare un sacco di cose. Tutte santificate e beatificate dallo schermo appunto. Far raccolta di adesioni, input, sottoscrizioni. Fare tutto questo per fare soldi. Perché fare soldi di per sé può essere lecito ma a sinistra non suona santo, ma fare soldi tramite una Ong…chi mai si metterebbe a bestemmiare contro una Ong? I Panzeri l’hanno capito che lo schermo era la via, il mezzo, il moltiplicatore, il salvacondotto.

La sinistra, ad euroscandalo scoperchiato, invece ancora non ce la fa a capire e dire. Più o meno con lo stesso processo di negazione/stupore/indicibilità con cui non ce la fa a dire che le cooperative dell’accoglienza sull’accoglienza ci campano e ci fanno soldi (ce la facesse a dirlo potrebbe anche capire dire che c’è chi lo fa nella legge e decenza e chi no), la sinistra non ce la far a dir che Ong non è di per sé sinonimo di bontà e santità e si ritrova quindi di fronte allo sgomentante sberleffo della Ong “Lotta alle ingiustizie” che faceva da stazione arrivo e partenza dei soldi compra deputati e funzionari.